Studentesse modello

Maria stava tutto il giorno sui libri universitari, ci metteva tutta se stessa nello studio e non le rimaneva tempo per nient’altro. Aveva pochissime amiche e non riusciva a trovare un fidanzato. Leggermente sovrappeso, capelli corti biondi, occhi verdi da gatta e piercing al labbro. Sapeva di non essere stupenda, ma non pensava nemmeno di fare schifo: quello che veramente non sopportava, era la presenza nel suo corso universitario di una certa Valentina. Perché voi direte, ebbene perché questa Valentina era innanzitutto bellissima: occhi grandi e blu come il mare, un nasino all’insù perfetto, labbra carnose e rosse naturalmente senza bisogno di rossetto, il tutto coronato dai dei capelli liscissimi castani chiaro, che le arrivavano fino a metà schiena. Ma questo era solo uno dei motivo per cui Maria non la poteva vedere: Valentina oltre ad essere bella passava tutti i giorni in giro con le amiche o mano nella mano con qualche bel ragazzo, tra feste, party e serate in discoteca. E nonostante tutto questo, i voti di Valentina erano migliori di quelli di Maria, su tutta la linea! Quando Maria passava due settimane china sui libri, senza uscire o parlare del più e del meno con qualcuno, strappando un meritatissimo 28 al professore, Valentina tra un’uscita e un bagno in piscina ritornava a casa con un 30 e lode, sorridendo con quei suoi denti bianchissimi. Dopo molte sessioni d’esame cosi, Maria prese coraggio e decise di chiedere a Valentina se era possibile studiare insieme. Ci provò una mattinata cercando di sembrare il più cordiale possibile “Hei ciao! Valentina giusto? Senti, visto che seguiamo lo stesso corso che ne dici di vederci qualche volta per studiare assieme? Magari possiamo imparare l’una dall’altra!” Disse tutto ciò sorridendo a trentadue denti mentre guardava l’altra ragazza che scendeva lentamente le scale dell’università. Ma Valentina rispose fredda, con un sorriso ironico “Grazie, studio benissimo da sola. Se studiassi in compagnia probabilmente mi distrarrei e rischierei di rovinare la mia media impeccabile del trenta e lode. Ciao buono studio!” Maria ci rimase malissimo, e prese ad odiarla ancora di più. Questo suo malumore durò fino alla domenica successiva, quando passando per caso accanto alla stanza del college di Valentina, la sentì parlare al telefono: “Si mamma va tutto benissimo.. certo sto sempre a studiare ovviamente.. ho preso trenta e lode anche all’esame di storia antica lo sai? Baci” A quel punto Maria rimase di stucco: l’esame di storia antica, per il quale anche lei stava studiando, ci sarebbe stato solo il prossimo lunedì! Come poteva Valentina essere così sicura di prendere 30 e lode, anche ammettendo che avesse studiato? Cosa del resto improbabile, visto che era sempre fuori a divertirsi. Così Maria decise di seguirla per vedere cosa faceva il weekend prima dell’esame. Preferiva perdere una giornata di studio e scoprire il mistero di quella Valentina, piuttosto che lasciare perdere la sua curiosità! Ora dopo ora, le stette dietro mentre mangiava, telefonava, usciva, fino a che non arrivò davanti ad un palazzo antico al centro della città. La seguì fino al portone, e poi entrò dopo di lei. Guardò i nomi sul citofono, per cercare di capire da chi stesse andando e vide il cognome del professore di storia antica al quarto piano! Un’idea balenò nella sua mente.. salì le scale saltando i gradini a due a due, fino ad arrivare al quarto ed ultimo piano, ma non si fermò e salì sulla terrazza condominiale. Da li, con non poche accortezze e dimostrando un’agilità notevole per la sua stazza, si calò sul balcone del professore, al quarto piano. Silenziosamente, rimanendo acquattata, scrutò oltre la grande finestra del salone e rimase sbigottita a bocca aperta: Valentina era in ginocchio, le gambe appoggiate ad un cuscino, e stava facendo un pompino al professore. Aveva la camicetta slacciata, le tette piccole ma sode di fuori, con dei capezzoli rosei e dritti. Il professore le spingeva la testa bruscamente verso il suo cazzo, facendole inghiottire gran parte del membro e incitandola verbalmente, ma cosa dicesse Maria non poteva sentirlo. Dopo circa dieci minuti in cui Valentina ciucciava il cazzo mezzo moscio del prof, questo divenne duro e venoso, pronto per la seconda parte dell’”esame”. La fece alzare ed appoggiare al tavolino di legno colmo di soprammobili, le alzò rapidamente la gonnellina blu e tirò le mutande fino a terra, scoprendo una fichetta depilata e fresca. Prese a leccarla avidamente, ci si tuffò dentro come quando si mangia un’anguria, lappando come un gatto. E poi si alzò e puntò il cazzo in tiro verso la fessura bagnata di Valentina, che si morse le labbra quando il membro del prof iniziò a scoparla velocemente. La chiavava rapidamente e scompostamente, come un animale, mentre Maria con quella scena davanti agli occhi aveva iniziato anche lei a toccarsi la fica, cosi diversa da quella di Valentina: pelosa e dalle grandi labbra sporgenti e scure. Mentre lei si sditalinava, Valentina prendeva il cazzo del prof rimanendo ferma e inerte. Ed ecco che il prof sfila il cazzo dalla fica della ragazza, la fa girare di scatto e le sborra in faccia e sulle tette, imbiancando ben bene la faccia innocente di quella studentessa che avrebbe fatto qualsiasi cosa per un trenta e lode. Dopo quell’episodio, Maria non incontrò Valentina per alcuni giorni, e quando la vide per caso si lasciò sfuggire un sorriso e le disse da lontano “Mi sa che dalla prossima volta dovrai fare di meglio carissima, vedi, io darò anche il culo per avere il mio trenta e lode!” E se ne andò, lasciando Valentina a bocca aperta sulla strada.

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