Scopata con la mia studentessa

Sono una professoressa, insegno biologia all’università, ho 38 anni, sono single, vivo da sola in un bellissimo appartamento, sono lesbica, lo sanno tutti, mi sono dichiarata qualche anno fa, non volevo vivere la mia vita nella continua bugia. Il mio coming out è stato prese bene da tutte le persone che contano nella mia vita, qualche reazione brusca c’è stata, ma niente di cui mi sia davvero dovuta preoccupare, la mia fama da insegnante dura e pretenziosa mi ha sempre preceduto ed ha sempre fatto si che i miei studenti mi rispettassero e avessero paura di me. Quando entro in aula, tutte le voci scompaiono, la stanza si riempie di silenzi e respiri trattenuti, inizio a parlare e nessuno si azzarda a fare qualcosa che possa disturbare la mia lezione. Sono molto pretenziosa, mi rendo conto che a volte sono troppo dura ma ho bisogno di mostrarmi in questo modo, per evitare che qualcuno provi a schiacciarmi e a mettermi nella condizione di dovermi difendere. Nel mio caso, l’attacco è la miglior difesa. Ho iniziato il nuovo anno accademico con delle facce nuove nella mia aula, tra queste, c’è Manuela, una ragazza del primo anno molto determinata, una delle poche ha avuto il coraggio di interrompermi e addirittura, di contraddirmi. Quando lo fece, ricordo che le risposi a tono, ammetto che mi sorprese, non mi aspettavo tanta audacia in una ragazzina, ha 21 anni ed ha impostato il suo rapporto con me sulla sfida. Durante le ore di lezione, spesso, sembra una guerra tra noi due, una guerra a cui nessun altro osa partecipare, ha sempre la risposta pronta e sembra sempre sappia cosa dire per minare le mie convinzioni. Inutile dire che questo suo modo di comportarsi con me mi ha incuriosito moltissimo e mi ha portato ad interessarmi particolarmente a lei. La mattina del primo esame della mia materia, approfittando del fatto che stavano tutti concentrati sul proprio foglio, restai a guardarla per qualche minuto, era davvero una bella ragazza, capelli lunghi mossi castani, occhi color nocciola e la pelle leggermente ambrata, un fisico da invidiare o da amare. Alla consegna del foglio, lei fu l’ultima ad avvicinarmi alla cattedra, aveva un sorriso beffardo sulle labbra, con estrema sicurezza me lo consegnò dicendomi che era sicura di aver fatto un buon lavoro. Dovetti smontare la sua sicurezza: “Non è detto, sono io a dover valutare il suo lavoro…” “Se non lo ritiene sufficiente, posso sempre mostrarle qualche altra mia dote…” Detta questa frase, uscì dall’aula ed io restai pensierosa per qualche secondo, cercando di realizzare se ciò che aveva appena detto fosse una chiara allusione a volermi offrire altro. Percorsi il corridoio rapidamente, arrivai alla mia auto, trovai Manuela ferma a pochi metri da li, intenta ad aspettare qualcuno, entrai nella mia vettura, misi in moto, feci qualche metro verso la sua direzione, abbassai il finestrino. “Le serve un passaggio?” “In effetti si…” “Salga…” Era già qualche minuto che stavo guidando, non ci eravamo dette una parola, strano visto che solitamente sapeva sempre cosa dirmi e come contraddirmi. “Non ha più voglia di contraddirmi?” “Non credo ce ne sia bisogno e poi mi sta dando un passaggio, quindi sono gentile ma non si illuda, durerà solo fino a quando non scenderò dall’auto…” Sorrisi senza guardarla, quel suo modo di tenermi testa mi piaceva, mi resi conto che non mi aveva detto dove accompagnarla, stavo viaggiando a vuoto, anzi, inconsciamente stavo andando a casa mia. “Non mi ha detto dove devo accompagnarla…” “Lo so, volevo vedere la sua mente dove desiderava portarmi…” “Lei è davvero impossibile…Visto che siamo sotto casa mia, salgo un attimo a cambiarmi…” “Beh? Mi lascia qui? E’ così maleducata?” Entrammo nel mio appartamento, c’era un ordine perfetto, non mi piaceva lasciare la casa nel caos, vidi Manuela guardarsi intorno, sembrava compiaciuta di ciò che vedeva. “Vado un secondo a darmi una sistemata…” “Faccia pure, capisco che alla sua età ci voglia qualche attenzione particolare…” A quel punto mi avvicinai a lei, ero a pochi centimetri dalla sua faccia, lei non si mosse, era li, come sempre, pronta a sfidarmi. “Lei non è proprio in grado di tacere vero?…” “Secondo lei?” L’attirai a me con le braccia e la baciai con passione, le infilai la lingua in bocca, mi lasciò subito libero accesso, tutto quel battibeccare mi aveva eccitata molto, lei mi eccitava moltissimo, la spinsi contro il ripiano della cucina, le mie mani la spogliarono frettolosamente, mentre le sue mi tolsero maglietta e reggiseno. La sua bocca avvolse un mio capezzolo che succhiò, mentre con una mano mi strizzava l’altro, gemetti nell’incavo del suo collo, poi la portai di peso in camera da letto, mi tolsi gli indumenti che mi erano rimasti addosso e mi misi su di lei. Manuela aprì le gambe e accolse il mio corpo sul suo, la mia figa bagnata sbatteva contro la sua, le leccai le labbra, il collo, poi il seno, scesi lentamente giusto, tracciando i contorni del suo ombelico, poi arrivai in mezzo alla sue gambe, infilai la lingua nella sua figa, giocai con il suo clitoride, succhiandolo con le labbra. La sentii gemere, mi attirò a se, le leccai la figa avidamente, al suo piacere aggiunsi un paio di dita, la penetrai forte e iniziai a muoverle veloce mentre lei si aggrappava alle lenzuola e si lasciava andare. La scopai in quel modo per diversi minuti, poi venne copiosamente nella mia bocca, la sentii rilassarsi sul letto, mi distesi al suo fianco ma fu un attimo, la sua testa era tra le mie gambe e mi stava leccando velocemente, ero così fottutamente eccitata che esplosi in un orgasmo potentissimo in pochissimi minuti. “Niente male per una di 38 anni sa…” “Non perde occasione vero?…” “No, proprio non me ne faccio scappare una….” Da quel nostro incontro sessuale sono passati mesi e continuiamo a vederci di nascosto, se qualcuno lo venisse a sapere, succederebbe un vero casino, so che dovrei interrompere la cosa, ma proprio non riesco a farne a meno, a fare a meno delle nostre scopate e di lei.

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