L’invasione militare in città

Fissò la figura del giovane soldato, che si allontanava da lei. Era attratta dallo sguardo di quel ragazzo che pareva timido e che non potesse incrociare lo sguardo delle altre persone. Erano passati sette giorni da quando lo aveva incontrato, e ricordava ancora il soldato delle forze di liberazione che hanno cercato di liberare il loro paese. Dopo una settimana di trattative e la stabilizzazione civile, il soldato è stato infine assegnato ad un’altra stazione. Si schiarì la gola, la sua voce incerta dalla tensione. “Aspetta, Riccardo”. Il soldato dai penetranti occhi grigi si voltò, uno sguardo confuso ed un luccichio agli occhi. “Perché… perché non resti la notte?”. Lui finse cortesia, la sua voce bassa a porre una domanda, ma le sue labbra incespicarono, perchè in verità non voleva rifiutare, ma era quasi come se le sue labbra volessero. “Non voglio essere di disturbo, sai…”. Lei scosse la testa in modo rapido, nervoso, “N… no… per niente”. Lei rimase a bocca aperta mentre lui appoggiato al muro, le baciò le labbra senza volersi mai staccare. Le sue mani lavoravano per afferrare il seno e lei gemette nella sua bocca. Le sue dita stavano sbottonandole la camicia, e rimase a bocca aperta per respirare, mentre le sue labbra scesero lungo il collo. Riccardo grugnì, i suoi occhi azzurri che ballano mentre le sue mani scomparvero nella sua camicia e, sempre più impaziente, toccavano ogni centrimetro del suo corpo. Quando il suo capo si chinò verso il basso per baciare il rigonfiamento del seno, pensò che sarebbe stato gentile con lei. Ma nel momento in cui, dopo averle sganciato il reggiseno e leccando un capezzolo, agitò la sua lingua intorno ad esso per farlo indurire immediatamente, suscitò un grido di eccitazione della ragazza. L’altra mano raggiungeva in fretta l’altro capezzolo, facendolo rotolare tra le dita mentre lui leccava avidamente intorno al suo seno. Lei gemeva, ed il piacere provocava una specie di erezione dei capezzoli. Gettando la testa all’indietro, fissava il soffitto, mentre lui le faceva il bagno al petto con la sua saliva calda. Non potevano aspettare molto tempo per avere un rapporto completo, la voglia li aveva assaliti entrambi e quando lui si scansò per spogliarsi, lei abbassò lo sguardo per vedere che stava tirando giù i pantaloni ed i boxer e fu così che lei abbassandosi le mutandine seguì l’esempio. Lei rimase a bocca aperta quando lui le infilò la sua lingua nella figa, forzando la sua strada anche se non era vergine perchè qualche cazzo ci era già entrato. Urlò di piacere mentre lui la leccava, tenendo le mani salde ai suoi glutei e la figa incollata alla bocca. I suoi denti agganciavano il clitoride e mordevano le labbra, provocando un piacere che scorreva veloce diffondendosi attraverso il corpo. Gridò il suo nome mentre un forte orgasmo la faceva urlare di piacere, rivestimento le labbra con le sue secrezioni dolci che colavano piano piano nella bocca del soldato. Una cosa era certa: Riccardo sapeva come dare piacere ad una donna. Si alzò e facendo un passo indietro, si slacciò la patta. “Tocca a te, piccola”, disse con voce strascicata. Lei guardò verso il basso, lussuriosa, e rimase a bocca aperta vedendo il suo cazzo duro saltare fuori dalla cerniera. Erano almeno 20 centimetri. Il suo volto impallidì. Non sapeva se sarebbe entrato tutto dentro di lei. Lei si chinò e lasciò cadere pantaloni e boxer. Le sue mani si poggiavano sulle gambe perfettamente scolpite, muscolose; ottima posizione per cominciare e lei sfiorò il suo membro enorme. La sua bocca cominciò a lavorarlo e succhiarlo molto avidamente. D’altronde, si sa, il cazzo di un militare è sempre più buono. Gemette, togliendosi la giacca militare e tirando fuori la t-shirt. Lei guardò verso l’alto come lui si spogliò, rivelando un torace muscoloso, le sue spalle larghe, i muscoli scolpiti da duri allenamenti e palestra. La sua mano avvolta improvvisamente intorno alla testa per spingerle il cazzo a fondo nella sua bocca. Lei gemeva di piacere, ascoltando il rumore provocato dal suo succhiare. Il soldato sexy attendeva da molto tempo un pompino fatto come si deve. Il suo cazzo enorme avrebbe diviso in due, senza dubbio. Lui la stava sollevando contro il muro di nuovo, schiaffandole il suo cazzo di fronte. Lei rimase a bocca aperta, pensando che sarebbe stato troppo grande per lei. Ma la sua umidità della fica, l’aveva lasciata incapace di protestare. Voleva solo essere scopata e sfondata. Urlò appena lui le spinse tutta la sua immensità dentro di lei, che pareva aver colpito la parte posteriore della sua fica. Lei gridò. Ansimava, “Stai bene?” Lei annuì con voce tremante, temendo che avrebbe smesso. Lei ansimò di nuovo nel piacere, il suo corpo non aveva mai goduto così tanto; la sensazione di sentirsi piena, infilzata, non ricordava di averla mai provata. Lei lo fissò, impotente e sedotta e gli avvolse le gambe intorno alla sua vita stretta. Vide la sua testa scendere, fissando la parte superiore del suo petto e la sua bocca trovare la strada lungo un capezzolo e la barba solleticarle il seno. Lei gemeva sentendo lui succhiarle il seno riempiendola  di piacere. Le sue urla divennero gemiti sempre più forti. Strinse le braccia intorno alle sue spalle muscolose, sentendo il sudore caldo correre giù per la schiena. Lei gemeva e gridò appena un nuovo orgasmo la fece tremare di piacere; lui le morse un capezzolo facendola urlare ancora di più ed andava avanti a scoparle la figa con forza. Le sue grandi mani afferrarono le cosce allargandole le gambe, e lei guardò verso l’alto continuando a godere ed urlare di piacere, mentre gocce di umori femminili lubrificavano il cazzo che scorreva dentro e fuori la sua figa. Lei si lasciò andare appoggiandosi a lui in equilibrio sulle sue braccia nerborute mentre veniva scopata ancora e ancora quasi con violenza. Gridò, venendo più e più volte, stringendo il suo corpo a quello del militare, mentre godeva. I suoi succhi gocciavano sul pavimento in legno in ogni orgasmo. Infine, Riccardo mugulò, accelerando e sbattendole il cazzo duro più velocemente dentro di lei. Stava per venire e se n’era accorto. Con forti grugniti, è venuto. Ha sparato getti di caldo sperma spesso nel suo corpo, continuando a scoparla, quasi provocandone un nuovo orgasmo. Ci vollero diversi secondi per svuotare completamente il suo sperma nel suo corpo, e qualche goccia cadeva fuori finendo sul pavimento. Lei gemeva, sentendosi appagata dalla scopata. Dalla stanchezza si addormentò. Si svegliò nel suo letto, nuda sotto le coperte, dove doveva averla portata dopo la scopata sul pavimento del soggiorno. Ha esaminato il suo corpo, vedendo i suoi seni gonfi con un segno dei denti del ragazzo che glieli aveva mordicchiati. Le sue cosce erano piene di lividi dato che ha tenuto le gambe aperte mentre lui le infilava il suo enorme cazzo dentro. Lamenti e dolori a parte, vagava verso il soggiorno, non trovando traccia di Riccardo. Da allora ha sperato che altri soldati decidessero di invadere la città e che uno di loro potesse farle riprovare sensazioni che solo quel giovane soldato le aveva fatto sentire.

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