Il viaggio a Parigi con Simona - Parte 1

Mi chiamo Valentina, ho 26 anni e voglio condividere con voi un’esperienza che ho vissuto poco tempo fa con una mia amica mentre eravamo in vacanza a Parigi per qualche giorno. Avevamo organizzato quel viaggio nei minimi dettagli, progettavamo di andare nella capitale francese dalla fine del liceo, per vari motivi non eravamo mai riuscite a trovare il momento giusto, ma adesso finalmente potevamo goderci la tanto desiderata vacanza. Il nostro arrivo nella città parigina non è stato dei migliori, abbiamo sbagliato strada due volte prima di raggiungere l’hotel dove avevamo preso una stanza, colpa anche del nostro pessimo francese. Mi descrivo, sono una bella ragazza, almeno così dicono, alta, capelli mossi, lunghi e neri, occhi marroni, sono molto femminile e mi piace apparire seducente, per questo motivo presto molta attenzione a ciò che indosso. La mia amica Simona è un tipo un po’ più discreto e meno appariscente ma ha quel qualcosa di misterioso ed intrigante che attira i ragazzi, da quando la conosco non è mai stata senza corteggiatori. Comunque ci siamo sistemate in camera e abbiamo subito iniziato a fare un giro per la città, abbiamo visitato un paio di musei e fatto un primo giro di shopping, quello che ci aveva attirato molto, era il gran numero di locali dove andare a passare le serate, decidemmo che la sera ci saremmo tuffate nella vita notturna di Parigi per scoprirne i segreti. Per la serata indossai un vestito di pelle nero che mi fasciava il seno ed arriva aderente fino a poco sotto la coscia, era abbastanza corto, misi un paio di scarpe alte e del trucco che esaltava i miei occhi e le labbra. Simona indossò un vestito un po’ meno aggressivo ma comunque corto e di colore rosso, una tinta che amava molto e che metteva in risalto la sua carnagione ambrata e i capelli scuri. In strada iniziammo ad osservare i vari locali, la nostra attenzione fu attirata da un insegna luminosa con un tavolino e due bicchieri, una scritta rossa dai contorni in led azzurri, osservano l’ingresso, notammo una sorta di piccolo tunnel e poi la porta. Decidemmo di entrare, il locale era enorme, c’erano tavolini ovunque ed era pieno di gente, notammo subito coppie che si baciavano con passione e alcune che si toccavano senza porsi il problema della presenza degli altri. Probabilmente eravamo finite in uno di quei locali dove la gente va per alcol e sesso, o almeno non ufficialmente. Simona fu titubante sul restare, io ero intrigata da quelle persone e da come riuscissero a lasciarsi andare senza freni, la convinsi a restare, ci avvicinammo al bancone per ordinare qualcosa e la mia amica fu subito avvicinata da un bel ragazzo francese che le offrì da bere, io le sorrisi e la lasciai da sola. Iniziai a girare per il locale dando occhiate in giro, mi accorsi che in fondo c’era un piccolo corridoio che probabilmente portava ai bagni, mi diressi verso quella direzione, al mio passaggio sentii mani di uomini che mi sfiorarono il culo, la cosa mi piacque. Arrivata nel corridoio la prima cosa che vidi fu un ragazzo appoggiato al muro col suo cazzo di fuori e una donna, abbastanza matura, in ginocchio che glielo succhiava avidamente. Mi vide ma non si curò di me, anzi, le strinse i capelli e le scopò velocemente la bocca, gli disse qualcosa di volgare, la tirò su, la mise faccia a muro e la penetrò nel culo. Li superai velocemente ma le scene che si susseguirono non furono così diverse dalla prima: un uomo stava penetrando una donna tenendola a pecorina, una donna leccava accuratamente le palle ad un ragazzo che avrà avuto vent’anni ma la mia attenzione fu attirata da due ragazze che in un angolo buio si baciavano con estrema passione. Avevo sempre avuto la curiosità del sesso lesbico, a volte, guardavo la mia amica Simona e mi chiedevo come potesse essere toccarla e baciarla; invece di proseguire dritto verso i servizi igienici, mi poggiai al muro e le osservai toccarsi, quella visione mi fece bagnare, sentivo le mie mutandine zuppe ed avevo l’impellente bisogno di sfiorarmi la fica. Pensai che avrei potuto farlo tranquillamente, nessuno li avrebbe detto qualcosa, aprii leggermente le gambe e con un dito spostai le mutandine, la mia fighetta era bagnatissima, sfiorai lentamente il clitoride e iniziai ad ansimare. Un ragazzo, attirato da ciò che stavo facendo, si avvicinò, mi sorrise, era molto carino, io continuavo a guardare quelle due ragazze che adesso si toccavano tra le gambe a vicenda, ero così presa da loro che a momenti non mi accorsi nemmeno di essere contro il muro con lui che cercava di abbassarmi il vestito. Avevo solo una grande voglia di scopare, lo aiutai, mi tirò un po’ giù il vestito da sopra e il mio seno uscì fuori, lo prese in bocca e succhiò i capezzoli, lo vidi tirare fuori il cazzo, ero già duro ed eccitato, era chiaro che volessi scoparmi subito. Allargai maggiormente le gambe, scostai meglio le mutandine e mi sentii penetrare fino in fondo, il suo cazzo era molto grosso e provai un piacere assurdo, mi aggrappai al suo corpo e lui iniziò a scoparmi forte, dava colpi veloci e affondava sempre di più. Io non staccavo gli occhi di dosso da quelle due ragazze, la loro vista aumentava il mio piacere, stavo godendo da morire e non ebbi nessun timore a lasciarmi andare a gemiti di puro godimento. Quello sconosciuto mi scopò divinamente per diversi minuti e raggiunsi l’orgasmo un paio di volte, aiutandomi anche con le dita, lui venne nella mia bocca, desideravo ardentemente prenderlo in quel modo e leccare via il suo sperma caldo. Mi risistemai, quelle due ragazze continuarono a darci dentro, approfittai del bagno per ripulirmi e poi entrai di nuovo nel locale, vidi Simona ancora al bancone del bar con quel tipo, mi sembrava abbastanza ubriaca ed io avevo trovato il coraggio di osare e quella notte avrei osato con lei. Mi avvicinai e le dissi che era arrivato il momento di andare in hotel, lei non sembrò contrariata a differenza del ragazzo che invece, probabilmente, stava già pensando a come scoparsela. Uscimmo da quel locale e dopo qualche minuto eravamo all’interno della nostra stanza, lei un po’ brilla si sedette sul divano, io mi avvicinai e la guardai negli occhi, la mia mano si posò sulla sua gamba, lei reagì aprendole.

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