Donne si raccontano

Carla ha 40 anni e vive a Milano con il marito e due figli. Lavora a tempo pieno come mamma e part-time come bibliotecaria. Ci racconta la sua storia. Io vengo da un background cattolico piuttosto conservatore. I miei genitori non hanno mai parlato di sesso con me, tranne qualche piccolo accenno ogni tanto. Non ho scoperto la sessualità fino a quando ho incontrato mio marito, di mentalità molto aperta e molto affettuoso. Siamo sposati da diciotto anni e ho due bellissimi bambini. Mio marito è abituato a viaggiare molto per il suo lavoro, e qualche anno fa ho letto che la maggior parte dei film in pay-per-view affittati negli alberghi erano porno e la durata media era di tredici minuti. Ho detto a mio marito e lui rise e disse: “Mi sembra giusto”. Ma per me è molto diverso. Adoro perdermi in lunghe, elaborate fantasie, mantenendo il mio corpo sempre eccitato, adoro le carezze. Posso passare ore in questo modo prima di raggiungere un orgasmo. Le mie fantasie tendono verso l’esibizionismo, anche se nella vita reale sono molto riservata e non lascio mai trapelare nulla. Nella mia prima fantasia, vorrei essere intervistata per un nuovo studio sulla sessualità femminile. Il colloquio si svolge presso la sede di un ricercatore in università. Presso l’ufficio del ricercatore, tutto è molto professionale. L’assistente mi dà i moduli di consenso per firmare e promette che la mia identità sarà protetta. Poi il medico arriva per l’intervista. Lui è più vecchio, sulla cinquantina, molto sicuro di sé, il tipo di uomo che guarda verso il basso quando cammina. Mi fa domande sulla mia vita sessuale, quanti anni avevo quando ho cominciato a masturbarmi, come ho perso la mia verginità, quante volte ho l’orgasmo con mio marito. In un primo momento sono timida, ma come mi scaldo, comincio a dirgli cose che non ho mai detto a nessuno prima d’ora. A volte, quando ho un paio di ore libere per questa fantasia, mi concentro su tutti i dettagli delle domande e risposte e noto il modo in cui gli occhi del dottore comincia a brillare nonostante la sua espressione seria, il modo in cui si sposta sulla sedia come se dovesse sistemare qualcosa nei pantaloni. Dopo che ho risposto a tutte le domande, il medico mi dice che vorrebbe invitarmi a partecipare a una fase extra “laboratorio” dello studio. Mi conduce in una stanza scarsamente illuminata. Al centro della stanza c’è una confortevole poltrona reclinabile imbottita ed il dottore mi dice di sdraiarmi e rilassarmi e poi scompare in un angolo oscuro della stanza, accendendo una calda luce dorata che illumina solo il mio corpo. Poi si spiega in toni misurati che fornirò dati molto preziosi per il suo studio, se accetto di farmi filmare mentre mi masturbo. Mi sdraio sulla sedia cercando di convincermi che lo sto facendo per una buona causa, e finalmente le mie dita si insinuano fino a sbottonare la camicetta. “Wow, guarda cosa sta facendo!” Vedo che ci sono tre figure in un angolo: Uno accovacciato dietro la videocamera, il medico ed un altro giovane in jeans, fonte di questa esclamazione entusiastica. Mi rendo conto che il medico mi ha mentito. Questo è uno spettacolo, non scienza. Ma la verità è che questa è la mia fantasia, di essere guardata mentre mi masturbo, non solo per il progresso della scienza, ma per la formazione personale di tre uomini curiosi. Il mio reggiseno si apre dalla parte anteriore (come se avessi saputo che questo sarebbe comodo quando mi sono vestita per l’intervista) e quando mi slaccio, il mio seno è in caduta libera. “Tette impressionanti”. Poi arriva un commento aspro, «puoi anche lasciare la stanza, se non riesci a trattenerti dal fare commenti poco professionali”. Mi pizzico i capezzoli e li rotolo tra le dita. La mia figa è gonfia e palpitante e sento piccole scariche elettriche di piacere. Sposto la gonna fino alla vita e lavoro il mio collant giù sino alle ginocchia, le mie mutandine completamente bagnate sembrano quasi incollate. Ho messo un dito sul mio clitoride, cominciando a strofinarmelo. Ora è il momento per la prima domanda del nostro sondaggio. Stai avendo particolari pensieri o fantasie in questo momento?” “Sto pensando a schizzi di sperma caldo”, ansimo. “Mi piace quando un uomo viene sul mio seno. Ma mio marito non lo fa spesso. Gli piace venire dentro di me. “Il mio dito sta volando sopra il mio clitoride gonfio e sto piagnucolando. Ad un tratto un giovane ventenne salta fuori dall’ombra, con il cazzo gonfio in mano. “Sto per venire”, mi dice. “Apri la bocca, vediamo quanto sperma ci sta sulla lingua”. Un getto colpisce il bersaglio, un altro la mia guancia, il resto il mio petto. Stendo la chiazza, pasticciando i miei seni, gemendo di piacere. Un altro giovane esce, tirando fuori il cazzo dai pantaloni. Lo prendo in bocca e comincio a succhiare. Il giovane si lascia sfuggire un gemito di apprezzamento. “Non puoi farlo”, il dottore si agita. “Questo è uno studio di masturbazione femminile, non un film porno”. Ho entrambe le mani serrate sul culo muscoloso del giovane e so che sta per sparare il suo carico, lui è sempre così duro nella mia bocca. Con un brivido, e una serie di colpi veloci, eiacula in bocca e deglutisco, ingoiando tutto. Ha un sapore salato e dolce allo stesso tempo. E’ il turno del dottore, anche se lui sembra reticente a partecipare. Sorrido. “Oh, no, dottore, ho diversi progetti per te. Voglio che mangi la mia figa mentre prendi appunto sull’intervista. Non è vero, dottore? Tutto questo parlare di ricerca scientifica, quando in realtà si vuole solo vedere le signore giocare con se stesse in modo da poter vedere il video più tardi in ufficio e masturbarsi”. Non può davvero rispondere perché ha già affondato il viso nella mia figa, il naso sporgeva sopra la mia pelliccia. Sta facendo un buon lavoro, anche se, molto professionale. La sua lingua fa figure piccole sul mio clitoride e, naturalmente, la sua mano è giù tra le gambe masturbandosi il suo strumento. La mia seconda fantasia è un po’ diversa. In questa sono stata appena assunta da una società molto prestigiosa. Tuttavia, il lavoro ha grandi benefici e prospettive brillanti per la mia carriera e non posso rifiutare.  Un giorno, nel tardo pomeriggio, sono chiamato nell’ufficio del presidente, lui è molto cordiale e mi offre uno sherry e chiede con evidente preoccupazione, se mi sto godendo il mio lavoro presso la sua azienda. Prima che io possa rispondere, mi dice di sdraiarmi sul tappeto e tirarmi giù la biancheria intima. Mette un qualche tipo di lubrificante al dito e fa scivola un dito nella mia vagina. La sua segretaria ci guarda compiaciuta. Mira passa poi a spiegare che la tecnica comporta l’uso dei muscoli vaginali per mungere il pene di un uomo per raggiungere l’orgasmo in modo tale che egli non ha bisogno di muoversi affatto, semplicemente lasciando alla donna il compito di fare tutto. I miei muscoli devono essere più forti e devo imparare diversi altri trucchi, ma se il presidente vuole, farò di tutto. Il primo esercizio è quello di stringere i miei muscoli lì ogni giorno, con e senza i bilancieri. Mira mi invita a mettere le mie dita dentro di lei, per avere un’idea di cosa sto provando. Tremante di imbarazzo ed eccitazione, faccio scivolare due dita nella sua figa. Le sensazioni sono incredibili. Le sue calde pareti satinate si chiudono intorno a me e cominciano a ondeggiare, ondeggiano ed impastano con tempismo perfettamente controllato fino a quando il mio dito è bagnato con i suoi umori. Mira sorride e mi comunica che il secondo esercizio richiede che vengo in studio dopo il lavoro, con il presidente, il quale lascia la stanza e torna con una scatola contenente un dildo molto realistico, il genere con venature e testicoli in gomma. Lei mi sorride. “E’ politica aziendale dare a questi ragazzi un nome. Come chiamerai il tuo?” Farfuglio la prima parola che mi viene in mente. Proprio in quel momento mi ricordo dove ho visto queste cose prima. Molto tempo fa, in una rivista erotica vi era un annuncio per qualcosa di simile, se non nella foto c’era una donna nuda a cavallo del dildo, la testa gettata all’indietro in estasi. Il presidente mi invita a cena insieme. Invita sempre i clienti a cena quando sono nel bel mezzo di importanti negoziati finanziari. Guardo il cliente e sorrido felice ed accetto l’invito. Il povero ragazzo è rosso in viso ed ha il cazzo sull’attenti, perché naturalmente, lui stava guardando ed ascoltando il mio allenamento nella stanza accanto. Dopo cena andiamo tutti di nuovo all’ufficio del presidente con l’idea di continuare i negoziati, ma questa volta mi siedo sul bordo della scrivania, con le gambe aperte quanto basta il riempire la stanza con il mio profumo naturale e dare al cliente una visione della mia passerina, completamente rasata. Ormai il ragazzo è sudato e tremante e firmerà qualsiasi cosa per farmi tornare al suo hotel. Mi hanno già detto che ci sarà un festeggiamento molto privato quando l’affare sarà fatto. A volte, nella mia fantasia il cliente torna in albergo e mi scopa come una vacca in calore. Ma di solito finisco per venire mentre il ragazzo prende la penna per firmare, ed ha gli occhi guizzanti guardando la mia figa spuntare fuori dalla mia gonna e vi posso dire che mi vuole più di ogni altra cosa, firmando qualsiasi contratto. Penso sia interessante il fatto che le mie fantasie iniziano con me che tutta timida e repressa, ma poi mi trasformo e divento una gran vacca… di fantasie ne avrei per scrivere un libro intero, e mi piace molto condividerle con amanti del genere.

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