Una sinfonia ben riuscita

Il silenzio riempiva la casa come una presenza invisibile, come la luce della luna filtrava attraverso le finestre creando ombre strane sui muri e sui mobili. Un orologio a pendolo antico nel corridoio contava i minuti rimanenti della notte ed il ronzio di un ventilatore a soffitto rompeva il silenzio e la solitudine di una notte uguale a tante altre. Nella camera da letto due persone dormivano sotto un piumone rosso di velluto, sul letto matrimoniale. Un abito di seta appeso ad una delle colonne del letto di mogano ed altri vestiti erano stati gettati con noncuranza sul pavimento intorno al letto. Il chiaro di luna creava un effetto di luce in camera ed il suono tranquillo della respirazione costante era tutto ciò che poteva essere sentito. Alcuni sogni hanno rotto il silenzio del sonno di Sara, e lei alzò la testa dal cuscino per dare un’occhiata in giro quanto basta per vedere che l’illuminazione fioca della luna piena ha creato effetti di luce nella sua camera da letto. Il passaggio di una mano sugli occhi per spazzare via la nebulosità del sonno, e far venire la voglia di uscire da sotto il tepore delle coperte pesanti, ed era l’ora di alzarsi. Avvolse il suo corpo nudo con una veste di seta prima di scendere in silenzio giù per le scale, verso la cucina. La luce della luna ha permesso di vedere la strada senza che fosse stato necessario accendere alcun lampione; non era necessario neppure accendere la luce in stanza perchè ha trovato tranquillamente un bicchiere e si versò un po’ di Perrier da una bottiglia in frigorifero. Bevuto il liquido frizzante mise il bicchiere nel lavandino ed iniziò goffamente il suo viaggio di ritorno verso il lettone caldo. Attraversando il salotto, Sarah si fermò ad esaminare il pianoforte a coda che si trovava nella piccola enclave, accanto ad una vetrinetta. Amava suonare, anche se era moderatamente brava, e seduta sullo sgabello sfiorò il pianoforte nero passando le dita sui tasti d’avorio. Premendo un paio di tasti bianco e nero, posò la guancia sulla parte superiore dello strumento in modo da poterne sentire le vibrazioni provenire dalle corde interne. La tentazione era troppo, e l’atmosfera intorno a lei sembrava implorare di suonare un’opera di Beethoven, così ha premuto con maestria ogni tasto, iniziando la melodia in modo ossessionante, che conosceva a memoria. Mentre ha perso la sua auto nel ritornello, il crescendo musicale sempre più forte. Con gli occhi chiusi, le punta delle dita danzavano sopra il bianco e nero della tastiera del pianoforte come la musica riempiva la casa silenziosa con il suono. Sara non ha sentito Giovanni mentre scendeva giù per le scale e si fermò dietro di lei per ascoltare la melodia. Ignara della sua presenza fino a quando la sua forma nuda premette contro la sua schiena e si chinò per darle un bacio sul collo, lei si fermò di colpo dalla sorpresa del suo tocco, poi si rilassò e allungò una mano fino a toccare la morbidezza della sua spalla muscolosa. Seduta accanto a lei, Giovanni le ha fatto capire che voleva continuare a giocare, quindi ripartendo da dove aveva lasciato Sara ha continuato a giocare come lui continuava a baciarle il collo. Finito con Beethoven, ha poi iniziato “Ein Nachtmusik” di Mozart. I suoi baci diventarono più intenso, quasi a ritmo di musica, mentre succhiava e mordeva la pelle tenera sul collo, facendo poi scivolare la vestaglia giù sopra il suo seno. Questo era un gioco divertente e lei faticava a restare concentrata sul suonare, mentre il tocco del suo uomo cresceva in intensità. Giovanni le aveva tolto la vestaglia ed ora aveva la testa fra il petto e la tastiera e trovata piacere nel moderle i capezzoli ed a far scivolare la sua lingua intorno ai grandi capezzoli rosa. Una volta aperte delicatamente le gambe, le dita lentamente cercavano il calore della sua pelle sino alla passerina, provocando forti brividi attraverso le cosce. Il suo tocco seguiva il crescere ed il decrescere della melodia. Quando ha sentito il suono rallentare o scendere, si fermava fino a quando riprese di nuovo e poi avrebbe continuato a far scivolare le dita dentro e fuori della sua fichetta bagnata. Giovanni si alzò dalla panca e si spostò un po’ indietro rispetto al pianoforte, poi fece scivolare il suo corpo in avanti in modo che il suo culetto era poggiato appena sul sedile. Si è accovacciato sotto il pianoforte e posizionato il viso tra le sue gambe e, pregustando un ottimo lavoro con la lingua, separò le labbra con le dita. Non appena la sua lingua toccò il clitoride di Sara, lei smise di suonare. Giovanni allungò le mani per accarezzarle le cosce, mentre la sua lingua faceva godere al massimo la sua donna, stimolandole prima le labbra della fica e poi il clitoride, in un leccare continuo e ritmato. Mordicchiandola con i denti e poi succhiandola, il suono del pianoforte è diventato irregolare e lui capìì che stava perdendo la concentrazione sulla musica. Un paio di stuzzichini in questa buona posizione e poteva assaggiare il suo dolce succo che scorreva nella sua bocca, come le gambe tremarono ed il suono si fermò. Quando ebbe leccato l’ultima goccia dalla passerina calda, si alzò in piedi e si sedette con lei di fronte a lui e si girò per affrontare di nuovo la tastiera del pianoforte. Giovanni fece scorrere le dita verso il basso le braccia di Sarah quando ha messo le mani sui tasti e la portò in basso nel suo grembo. “Suona, amore mio” era l’unica frase sussurrata e Sara cominciò di nuovo con Elisa di Beethoven. Mentre continuava a suonare, lui si pose vicino a lei, strusciandosi e dondolando i fianchi avanti e indietro nel tempo con la musica. Sara suonava come meglio poteva cercando di concentrarsi mentre lui nel frattempo le aveva messo il cazzo in bocca, duro al punto giusto e largo tanto da riempirle la bocca. Le sue guance schioccavano contro il pube peloso di lui mentre lei rimbalzava avandi ed indietro per incontrare le sue spinte. Qualche succhiata e fu il turno della figa. Lui si sedette sotto di lei e con un colpo deciso e delicato gli infilò il cazzo nella figa umida e gocciolante. Ogni volta che Giovanni spingeva il suo albero nel suo buchetto accogliente, lei batteva la corda che stava suonando con intensità, per poi fondersi di nuovo con la melodia. Il suono era strano, ma divertente. Sarah non poteva più suonare qualsiasi melodia riconoscibile, mentre i suoi muscoli si contraevano intorno al membro di Giovanni e manteneva il controllo del suo corpo per aumentare il piacere che cresceva dentro di lei. Lei arbitrariamente rimbalzava su di lui come la sua fessurina femminile montava il bastone pronto e raggiunseil suo culmine esplodendo; l’orgasmo di Sara attraversò i muscoli delle sue gambe ed il suo ventre, sino ad arrivare alla punta dei suoi capezzoli duri. Giovanni ha sentito il corpo di Sara diventare sempre più debole per l’estasi che si consumava attraverso di lei. Ormai in quelle condizioni era praticamente impossibile riuscire e continuare a suonare. Come egli sollevò il suo corpo e si sedette sopra il pianoforte a mezza coda, Giovanni allargò le gambe di Sara e pose le ginocchia sopra i tasti bianchi e neri. Afferrando i fianchi per tirarla più vicino, le ha nuovamente infilato il cazzo nella sua fessurina calda e depilata. Tirando e spingendo il suo corpo, sentiva il suo cazzo crescere con ogni colpo. Con ogni spinta Giovanni sollevava il corpo di Sara dal pianoforte, sentendo tutto lo strumento tremare e vibrare, come se venisse profanata, in quel momento, la solennità dello strumento e delle musiche eseguite. Giovanni sentì il suo corpo cominciare a crescere e tendersi come i suoi muscoli si preparavano ad eiaculare il suo seme nella sua camera segreta. La stessa sensazione la provò Sara, che si stava preparando ad un nuovo culmine perchè sentii i suoi muscoli interni irrigidirsi e non riusciva più a fermare il suo corpo, che ormai rilasciava i suoi succhi fusi ad una infinita lussuria. Il suono delle loro grida miscelato con il martellante del pianoforte risuonava per tutta la casa e la loro passione raggiunse il culmine del piacere; entrami i corpi erano intrisi di sudore, sperma e succhi vaginali. La dissolvenza dei suoni provenienti dal pianoforte è stata sostituita dal respiro ansimante e pesante della coppia che avevano assorbito il loro stesso piacere. Niente si può paragonare alla musica che avevano appena fatto insieme. Giovanni si sedette sulla panchina e baciò il culo di Sara prima di tirarla in grembo. Le accarezzava i capelli, baciandole le labbra, mentre accarezzava il seno con una mano. Guardandola negli occhi verde chiaro, sorrise allo sguardo sognante che poteva vedere al loro interno. Giovanni assaggiò la lingua per qualche minuto prima che lui la prese in braccio e la portò su per le scale, la gettò sul letto e poi si tuffò accanto a lei. Mentre seppelliva il viso nel suo seno, Sara avvolse le braccia intorno a lui e lo tenne stretto a lei. Erano stati entrambi esausti dalla sinfonia della notte e subito si addormentarono, come il suono delle corde vibranti vagava ancora all’interno del piano, che dopo qualche secondo silenziosamente si spense nella notte.

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