Un amore estivo

Le sue tette grandi e sode, bagnate dell’acqua di mare e dalla luce della luna, rilucevano fiocamente come candide e appetitose lanterne nella notte, chi le avesse viste da lontano avrebbe detto: “Come in cielo così in terra” e quello stesso pensiero lo ebbe Andrea osservando la sua ragazza mentre si stendeva. Una bellezza sconvolgente e naturale, nuda su8l lettino dello stabilimento balneare nel quale il giovane lavorava, ormai vuoto per disposizione comunale. Al Sindaco non piaceva l’idea dei falò sulla spiaggia ed era vietato in tutto il territorio recarvisi dopo le due di notte, il buio era quindi loro complice silenzioso. Nel segreto di quella notte scura avrebbero consumato il loro amore tanto agognato durante le lunghe giornate estive passate vicini e al contempo lontani, impegnati nelle loro attività. Si erano conosciuti due settimane prima, lei era venuta in spiaggia con i suoi genitori, tedeschi, e poi è rimasta più a lungo grazie ad una comitiva di ragazzi in campeggio. Si erano piaciuti subito, lui coi capelli castani, alto e una buona muscolatura stava servendo alcune bibite sotto gli ombrelloni, a torso nudo e pantaloncini rossi si era presentato alla ragazza con la cocacola che il padre le aveva ordinato. Lei, la classica biondina color miele con un seno pieno e un nasino a patata tipico di molte ragazze del nord, gli occhi smeraldo di lui si erano persi in quelli cristallini di lei. Nel giro di due giorni iniziarono a frequentarsi ed uscire insieme quando lui non aveva da lavorare. la loro passione però era spesso ostacolata dai coprifuoco ai quali la ragazza era sottoposta dai genitori molto oppressivi. Erano gelosi di quella bellezza, di quel fiore così bello e delicato che da pochissimo aveva iniziato a sbocciare. Quando il padre notò i due ragazzi insieme si indispettì alquanto e ne parò persino col parone dello stabilimento. Salvatosi per miracolo dal licenziamento in tronco che sembrava profilarsi per lui, riprese a fare la corte alla giovane, di nascosto, senza farsi notare. Una notte dopo l’altra, arrampicato su un albero che faceva ombra al bungalow della ragazza, le teneva compagnia a distanza, fischiettando di tanto in tanto il suo amore. Dopo un lungo mese di attesa ebbero finalmente l’occasione propizia per consumare il loro amore. Il padre di lei era invitato con la moglie ad una festicciola di saluto per gli ospiti in partenza, sarebbe infatti tornato a casa entro pochi giorni e sebbene la figlia sarebbe rimasta di più con dei suoi giovani amici, non riuscivano più ad aspettare oltre. Passata l’ora del divieto si diressero in spiaggia. Tutto ormai era silenzioso e solo la luna illuminava il cammino, persino i locali vicini erano chiusi e solo fioche insegne contribuivano a dare un p’ di luce alle stradine deserte del litorale. Era finalmente arrivato il momento di stgare soli e di sfogare la tensione che le lunghe giornate estive aveva lasciato in loro.Per meno camminarono costeggiando le sponde basse della spiaggia, due piccole dune con un mezzo un varco erano l’entrata allo stabilimento.una pavimentazione di pietra bianca li guidò nel buio fino al locale del quale il giovane aveva le chiavi. entrò un attimo a prendere qualcosa da bere per loro due e poi si diressero verso la fila di sdraio più vicine all’acqua. “Ti piace qui?”, chiese il ragazzo. La giovane annuì guardando il mare calmo e le piccolissime increspature che riflettevano la luce della luna. Quel poco di chiarore era bastevole per illuminare i loro volti, lui, le carezzò il viso e presto presero a baciarsi, seduti fianco a fianco sulla sabbia. Man mano che il bacio diventava più spinto, più irrefrenabile e guidato dalla passione che tanto a lungo avevano bramato, le loro mani prendevano ad esplorare i corpi. lui arrivò alla maglietta sottile che teneva nascosto il busto della ragazza, voleva vederla come tante volte l’aveva vista quei giorni in spiaggia. Anche lei non attese oltre, spogliando il ragazzo dei primi indumenti. Erano rimasti ormai in costume da bagno. L’acqua di notte è più calda di quanto possa sembrare e i due giovani innamorati provarono su loro stessi l’ebrezza delle onde placide e della marea crescente. Giocarono in acqua e scherzarono come due innocenti fanciulli, il resto della serata che li attendeva non avrebbe più lasciato posto a simi cose. Di sua iniziativa la ragazza slaccio il suo reggipetto, lasciando liberi all’acqua e e alla luce della luna i suoi due seni, sodi come mele mature, perfetti ed invitanti. Il ragazzo non li perse di vista per un solo istante, ormai la danza dell’amore stava per iniziare. Si fiondò su di loro con la bocca avida di un lattante con la  madre; prese a succhiare i capezzoli mentre lei gli passava le mani tra i capelli bagnati, baciando la fronte e sospirando per il piacere ricevuto. ”Ti prego, usciamo dall’acqua”, disse lui, “vieni con me”. Sempre per mano si tuffarono sulla sabbia in mezzo alle sdraio dove si erano appartati in precedenza, con i gomiti il ragazzo le scansò più lontano, dando loro spazio di manovra. Finirono di spogliarsi insieme. Lei era meravigliata dall’eccitazione di lui e dalla sua erezione, in nessun modo orami celata alla usa vista. erano pronti era arrivato il momento che aspettavano da lunghissimi giorni. Lei lo fece stendere con la schiena sulla sabbia e si posizionò a cavalcioni sulla sua pancia. lo guardava negli occhi, appoggiando le mani sul petto glabro e modellato dalle fatiche del lavoro, si chinò ancora una volta per baciare quelle labbra e mentre le loro lingue danzavano in bocca, lei afferrò la virilità ormai durissima e, con un gesto rapido, la fece entrare in lei. Non si aspettava quello strattone improvviso. Lui chuse gli occhi in preda al piacere e lei, sciolte le loro bocche era completamente distesa, con la testa dolcemente appoggiata sulla spalla del compagno. Rimasero immobili alcuni secondi per poi iniziare, lentamente, a fare l’amore che tanto avevano agognato durante quei mesi. Fu la ragazza a continuare, inziando piano piano a muovere i suoi fianchi su quelli del ragazzo che si sentiva in pura estasi e con le braccia dietro la nuca le lasciava fare ciò che voleva. Sentiva la sua asta sempre più in profondità nella ragazza, toccare parti che mai avrebbe pensato e stimolare un vero fiume di piacere idilliaco in lei. La sentiva bagnarsi, sentiva i suoi umori fuoriuscire e il corpo schiudersi sempre di più, in preda a spasmi incontrollati. Quella posizioni permetteva ad entrambi di stimolare a vicenda i loro corpi, con le mani e la bocca il giovane si era fiondato sui seni turgidi e invitanti mentre lei viaggiava sui muscoli di lui e arrivava con una mano a stingere dolcemente in una morsa d’amore quel generoso sacco che conteneva l’essenza dell’essere uomo del giovane. Potè toccare quei grandi testicoli aumentando ancora di più il piacere che stava dando al suo amato. La velocità era vertiginosamente aumentata, ormai non  bastavano più le spinte della ragazza, anche lui, aiutandosi con le braccia, rispondeva ai movimenti per arrivare a toccare luoghi inesplorati e stimolare al massimo una ragazza col volto ormai sconvolto dal piacere. i capelli lunghi le ricadevano sui seni, i loro corpi sudati erano macchine voluttuose e insaziabili che procedevano senza alcuno sforzo apparente verso il tanto agognato orgasmo. La ragazza rivoltò la testa all’indietro, puntando le sue mani sulla sabbia, mentre lui la teneva per i fianchi, spingendo sempre più forte. Urlavano e gemevano e alla fine l’orgasmo li colse. Lui venne dentro, gemendo mentre lei, con ancora la giovane asta che le spillava seme all’interno si accovaccio distesa su di lui. Era stata la loro prima volta, maturata da giorni di irrefrenabile passione repressa da un genitore cattivo, incapace di cogliere la bellezza del loro amore. Non sappiamo dire se e come la loro vita era cambiata quella notte, siamo però in grado di dirvi che quella non fu l’unica volta che le stelle assistettero al loro amore. Fine Bardo del Piacere

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