Il mio primo orgasmo col ragazzo più grande

Al mio primo orgasmo, seduta nel sedile posteriore di una panda. Ero poco più che una bambina, le tette già grosse, una terza abbondante, saltavano fuori da una magliettina scollata, invitanti, tonde e sode. Indossavo un paio di jeans, non avevo ancora intenzione di lasciarlo giocare con la mia farfallina. Meglio un paio di jeans avevo pensato, capirà che lì è off limits. Ai piedi un paio di sandali nove cm di tacco a spillo, nere di pelle lucida.

Lui molto più grande di me, già così uomo, già così vissuto. Capelli scuri, ricci, barba leggermente incolta… Sono seduta sul sedile posteriore, siamo andati in un posto isolato. E' seduto accanto a me sento il suo respiro sul mio collo, mi guarda dritta negli occhi e inizia a baciarmi il collo, prima lo sfiora con le labbra e poi inizia a leccarlo con la lingua, colpetti leggeri e poi leccate sempre più profonde ed intense. Il mio respiro cresce e diventa sempre più corto, mi piace voglio che continui ancora e ancora la sua mano scivola dal mio collo alla mia tetta, tira in giù la maglietta scoprendo un reggiseno nero di pizzo, con l’altra mano si infila sotto la maglietta, corre lungo la schiena e mi slaccia il reggiseno.

Ora può liberare la tetta e iniziare a giocare con il capezzolo… lo afferra fra due dita e lo stringe. Per un attimo sento dolore, ma poi l’eccitazione prende il sopravvento. Sono nelle sue mani, nn capisco più nulla, fino al giorno prima giocavo con le bambole ed ora mi ritrovavo fra le braccia di un uomo che giocava con il mio capezzolo e il mio collo… ero proprio io? In un attimo si è staccato dal mio collo e mi ha sfilato la maglietta e scaraventato via il reggiseno, la sua bocca si fionda sulle mie tette, le lecca, le mordicchia, tira i capezzoli con le dita ed io inizio ad urlare dal piacere, la sua mano scende ancora di più … vuole la mia figa.

Io stringo le mie gambe, non voglio ancora no, ma fra le cosce mi sento tutta bagnata, fradicia zuppa. Allora continua a giocare ancora con le mie tette facendomi ansimare di piacere e urlare stringe i capezzoli sempre più forte urla di dolore e di piacere si mescolano ormai non capisco più nulla voglio godere sempre di più. La sua mano insiste fra le mie cosce, mi slaccia i jeans e si infila con dito nelle mie mutandine.

“Sei tutta bagnata troietta, lasciami fare…”

Inizia a sfregare il clitoride, godo sempre di più, ogni mia resistenza è ormai vinta, lo lascio fare mi sfila i jeans e le mutande, sono nuda ora… inizia a massaggiarmi la figa sempre più forte sempre più violentemente. Mi accorgo che mi guarda e sorride, o è un ghigno di soddisfazione. Non riesco a trattenermi e urlo con tutto il fiato che ho in corpo è come se qualcosa mi fosse esplosa fra le cosce, la sua mano è fradicia, fradicia del mio liquido.

“Hai goduto, vero?”

si avvicina la mano alla bocca, mentre con l’altra si masturba il cazzo che ha tirato fuori dai pantaloni. Se lo sega mentre lecca il mio liquido, pochi minuti e viene, un getto di sperma caldo esce dal suo cazzo e finisce sul vetro.

“Lo vedi? è tutta colpa tua… Rivestiti, ti riporto a casa”.

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