La giovane Maria seduce lo zio e si fa scopare nel parcheggio

Ciao a tutti questo racconto è reale. E' una storia che ho raccontato più volte a mio marito, ma che non si stanca mai di ascoltare perché dice che lo fa eccitare da morire.

La storia risale al 1984, quando avevo solo 17 anni e frequentavo ancora le superiori.
Per il mio compleanno mia madre mi regalò un biglietto per un concerto di Vasco, tutt'ora il mio cantante preferito. In quell'occasione mio zio si offrì di accompagnarmi, dato che il concerto era ad oltre 200 km di strada. Mio zio è il fratello di mia madre, e anche lui come me ama Vasco. E' un ragazzo giovane, i miei nonni lo hanno avuto tardi e si toglie diversi anni con mia madre. All'epoca di questa storia aveva 27 anni, 10 in più di me, era un bel ragazzo single, alto, moro con occhi castani.

Il giorno del concerto io non stavo nella pelle. Mi vesto in maniera casual ma ovviamente prima di partire nascondo una borsa nella macchina di mio zio per cambiarmi (d'altronde non potevo andare ad un concerto Rock vestita come una suora!). Dopo i primi 100 chilometri mio zio si ferma in stazione di servizio, lui prende il caffè ed io vado in bagno a cambiarmi, mi metto una minigonna, mi tolgo il reggiseno, portavo una seconda, ma si vedevano bene i miei capezzoli.

Appena mi vede, subito esclama:
"Ooooh ma come ti sei vestita?"

"Zio per favore... ho quasi 18 anni, tutte le ragazze della mia età si vestono così. Mamma è una bacchettona, non mi avrebbe fatto uscire di casa così, ma tu non dirai niente, vero zio?

"No no non dirò niente."

Mi aggrappai al suo collo e lo baciai in faccia e in bocca affettuosamente per ringraziarlo. Era una cosa che avevo sempre fatto fin da bambina, ma sapevo che non era più consono ora che ero diventata donna. Con la gamba involontariamente lo toccai fra le cosce, e notai che questo non lasciò indifferente mio zio.

E' stato in quel momento che mi è scattato qualcosa dentro. Ho deciso che avrei giocato un po' con mio zio. Così, per divertirmi un po'. Non ero mai stata una santa, avevo iniziato presto a scoprire il sesso quindi la situazione non mi imbarazzava affatto, anzi provavo eccitazione, e per me era quasi una sfida stuzzicarlo un po'.

Appena ci siamo messi in viaggio io ho finto di dormire.
Mentre tenevo gli occhi chiusi, aprivo le cosce facendo e assumevo pose provocanti.
Di tanto in tanto aprivo gli occhi per vedere la situazione e notavo che mio zio non riusciva a staccare gli occhi dalle mie cosce e continuava a toccarsi la patta, per cercare di sistemarsi un po', voleva nascondere l'evidente erezione in mezzo le gambe.

Durante il viaggio continuai a fare la troietta. Avvicino le gambe alla sua mano quando usa il cambio, gli parlo delle mie amiche e delle nostre prime esperienze sessuali. E le confesso di provare attrazione per gli uomini più grandi e di avere una cotta per il mio professore di latino. Continuavo ad abbracciarlo, ridere, guardarlo in maniera provocante, insomma facevo la gatta morta.
Finché non arriviamo al concerto. Vi risparmio i dettagli ma sappiate che il concerto è stato pazzesco, elettrizzante. Si respirava puro Rock and Roll, c'era gente che beveva e fumava, ragazzi che si strusciavano ovunque, tutti eravamo su di giri. Ovviamente anche noi non ci siamo risparmiati, quella sera ho bevuto diverse birre e l'atmosfera generale mi ha fatto salire ancora di più l'adrenalina e l'eccitazione. Al concerto mio zio mi stava incollato, eravamo tutti in piedi, spesso sentivo il suo cazzo premere sulle mie cosce, sul mio culo, ed io quasi mi spingevo contro di lui per sentirlo meglio. Lui mi toccava i fianchi, mi sfiorava la vita spingendosi verso le tette. finalmente dico così perché la mia testa era da un’altra parte

Dopo due ore di musica il concerto è finito e noi ci apprestiamo per rientrare a casa.
Ma io non riuscivo proprio a calmarmi, continuavo a cantare a scherzare con mio zio, ed ero tremendamente eccitata, volevo farlo impazzire. Chiaramente non avevo chissà che intenzioni, mi piaceva soltanto stuzzicarlo. Per me era solo un gioco. Però volevo portarlo al limite, quindi decido di attuare un piano.

Dopo i primi 100 km, fermati alla stazione di servizio, mentre mio zio era in bagno, reclino completamente i due sedili e al suo rientro mi faccio trovare distesa.

"Zio, abbiamo bevuto troppo, non è il caso di guidare ancora per stasera, ho deciso che rimarremo qui"

"Ma che dici, siamo a metà strada, posso preseguire, tu dormi se vuoi"

"Non esiste proprio, io mi preoccupo per te, e se mentre dormo ti viene un colpo di sonno anche a te? Meglio evitare".

E dicendo quelle parole, slacciai la gonna stretta rimanendo in mutandine e mi girai dall'altra parte come a voler dormire. Era estate, faceva molto caldo, quindi era plausibile che per stare comoda volessi dormire in mutande.

A quel punto mio zio, nascondendo l'eccitazione, si distese anche lui e provò a chiudere gli occhi. Mentre era di fianco a me, decido di passare all'azione. Con gli occhi chiusi mi giro verso di lui e lo abbraccio mettendo una mano sul suo petto. Pochi minuti dopo comincio a simulare un respiro più regolare, fingendo di dormire, ma poco a poco cercavo di avvicinare la mia mano al suo cazzo, finché, dimenandomi nel mio "finto sonno", ho sfiorato la sua patta.

Mio zio a quel punto aveva un'erezione spaventosa quindi cominiciò ad avvicinarsi anche lui, ad abbracciarmi, a toccarmi un po', provando a farlo in maniera naturale e mai esplicita, ma chiaramente tradendo le sue intenzioni. A un certo punto le sue mani si fecero più audaci e arrivarono all'inguine, con le dita che quasi sfioravano la mia fica, che in quel momento stava pulsando di eccitazione.
Io li ho perso completamente il controllo e con gli occhi ancora chiusi ho messo la mano sul cazzo di mio zio.

A quel punto lui respirava come se avesse l’affanno. Io fingevo ancora di dormire ma continuavo a toccarlo, a strofinare su e giù. Lui indossava dei bermuda ed io sentivo attraverso questi le dimensioni generose del suo cazzo. Continuai così per qualche minuto finché non sentii un gemito. Mio zio aveva sborrato nelle mutande.

A quel punto morivo dalla voglia di vedere quel cazzo! Aprii gli occhi e lui era li, incredulo.
Comincio a baciarlo, gli metto la lingua gola, finalmente lui mise la mano nella mia fighetta!

Io godevo e lo incitavo
"sii zioo che belloooohaaa!! Voglio vederlo, voglio vedere il tuo Cazzo? Siiii dai fammelo vedere"

mio zio con un filo di voce:
"tiralo fuori!!"

Io non me lo faccio ripetere due volte. Tiro fuori il cazzo dai suoi pantaloncini e come avevo immaginato è già completamente pieno di sborra. A quella vista sono letteralmente impazzita, ho cominciato a pulirlo con la bocca per bene, a leccare e succhiare via tutta la sborra, ingoiando tutto di gusto.

Mio zio non poteva credere che io fossi così esperta, non si capacitava di come la sua nipotina succhiasse bene il cazzo. A quel punto mio zio aveva una trave di ferro al posto del cazzo. Era pronto per scopare, quindi in un attimo le sono balzata addosso, ho spostato le mie mutandine e mi sono ficcata il suo cazzo dentro la fica.

A quel punto urlavo
"Si zio fammi tua, fammi male, ti prego"

Le mie parole da puttana probabilmente hanno fatto uscire di testa mio zio che dopo appena 5 minuti era già stremato.

Fortunatamente ero talmente eccitata che mi sono bastati pochi minuti per venire.
"Siii ziooo hooo che belloooo haaa vengoooo"

A quel punto, non riusciva più a resistere, doveva svuotarsi i coglioni.
Ma in quegli anni ero una vera incosciente, e nonostante lui provò a tirarlo fuori in tempo, io non curante del pericolo, mi feci sborrare dentro.

Da allora ci furono altre occasioni in cui io e mio zio fummo molto molto intimi, magari ve le racconterò in futuro.
 

Altri racconti di questa categoria

Lascia un commento