La linea non è mai occupata

“Amore mio, sei ancora lì?”. Lei non può parlare. Lei può pensarla solo la sua risposta. Quando la sua voce tuona in questo modo riesce a malapena a tenere le gambe chiuse. Quando la sua voce è morbida, bassa e profonda, immersa in quella ottava che usa solo per dire cose dolorosamente oneste, la fa sentire debole e placa il desiderio. Quando parla con lei in quel modo… un tono basso e dolce che si riverbera al centro del petto come un tamburo, il suo corpo reagisce. La sua figa si gonfia ed inizia a pulsare. Lei si sente calda e umida, il suo corpo si sta facendo pronto per lui. “Dov’è la tua mano?” Chiede. “Dove vorrei che fosse tutto il giorno”, sussurra passandogli la mano verso il basso, sulla sua pancia e tra le sue cosce. Il suo basso, soddisfatto gemito manda un brivido di pelle d’oca sulla sua pelle. Fa scivolare il dito sulla sua fighetta umida, cercando e trovando il clitoride gonfio, ed appena un po’ di contatto è sufficiente per provocare un suo gemito. “E dov’è la tua mano?”. “Dove voglio che sia!”. Lei tiene gli occhi chiusi e cerca di vedere come egli è in questo preciso momento. Lei immagina la mano intorno al suo cazzo duro, mentre lo accarezza delicatamente dalla cappella alle palle. “Dimmi cosa vuoi che io faccia per te” sussurra. “Voglio che tu metti la tua bocca su di me”, voglio sentirti respirare. Si lecca le labbra. Più di ogni altra cosa lei vorrebbe soddifare i desideri del suo uomo, quali essi siano. Lei leccava, lasciando scie di saliva, chiedendosi se lui avesse voluto ricambiare il favore. Lei vuole che lui sia pronto a ricevere il bacio che lei vuole dargli. Lei vuole la sua mano piena con il suo cazzo, accarezzarlo e segarlo accelerando mentre prende vita nel palmo della mano. Lei si chiede come sarà l’odore di maschio e quali sensazioni le mani provocheranno sul suo corpo. Può solo immaginare queste cose, perché queste sono cose che lei non potrà mai sapere di lui. Lei conosce solo questa voce al telefono. Questa risatina maliziosa unita all’immagine statica di un faccia tranquilla e bella, con occhi scuri e lo sguardo cupo. Egli può davvero essere il suo uomo se non ha mai veramente guardato quegli occhi dal vivo? Può questo rapporto per ora solo telefonico diventare col tempo un vero e proprio, rapporto nel reale? Lei è la classica casalinga timida e sarà abbastanza coraggiosa da superare il limite delle linee telefoniche? E se non lo è, cosa sta facendo con lui, in primo luogo? Ma queste erano tutte domande che ora non possono essere fatte, sono da rimandare ad altro giorno, ora è al telefono e vuole divertirsi. Spinge questi pensiero nella parte posteriore della sua mente e si concentra su questo momento, il momento in cui si infila le dita nella sua figa bagnata e disegna lenti cerchi intorno al suo clitoride con il pollice. Lei si conosce abbastanza bene ormai. Un paio di settimane fa, quando le avevano suggerito sesso telefonico lei era troppo timida e consapevole di sé per seguire fino in fondo una conversazione. Invece lei ha finto e lui ascoltava  i suoi climax, la figa sempre più umida ad ogni onda della sua estasi. Ha riattaccato l’ultima telefonata, lei aveva goduto e lui si era segato ed era tutto finito. Ma ora questa telefonata era strana, come se non fosse più la donna a comandare e far godere l’uomo che telefonando chiede qualche minuto di piacere, ma i ruoli sembrano essersi invertiti. Spesso è lei l’iniziatrice del piacere e si ritrova durante il lavoro a sognare ad occhi aperti mentre ha sesso al telefono nel bel mezzo della giornata, ed invece dovrebbe essere immersa nella sua vita reale. L’uomo al telefono sembra godere del momento telefonico e lei insiste per farlo godere. “Dimmi cosa vedi”, sussurra. Lui ridacchia di nuovo la sua risata pensante. “Vedo che sei in ginocchio di fronte a me. Ho i tuoi capelli in mano… e hai il mio cazzo in mano e mi seghi come una troia”. “Mmm…”, lei finge di godere. “E stai leccando il mio cazzo… la tua bocca è così calda”. Lei immagina se stessa in ginocchio ai suoi piedi, la testa inclinata all’indietro, la bocca spalancata, mentre lecca su e giù il suo albero e poi stimola la cappella, in attesa di prenderlo in bocca. Lui geme proprio al momento giusto. Un sorriso si diffonde attraverso le labbra al pensiero che possa aver immaginato la stessa cosa nello stesso preciso istante, come se fossero in qualche modo collegati mentalmente. “Ti piace sentirti scopare la bocca in profondità, vero?” “Sì, mi piace succhiare il cazzo. Mi piace sentire il tuo cazzo in fondo alla gola”. Sospira. “Dimmi qualcosa tu”, lui sussurra. “Dimmi cosa vuoi che io faccia per te”. Si crea piano piano un’immagine nella sua mente, sempre più vivida. E’ così chiara perché l’ha immaginata così spesso che è difficile credere che sia solo frutto della sua immaginazione. “Immagino che tu mi sollevi in piedi. Tu ami il mio modo di lavorare il tuo cazzo nella mia bocca, ma tu non sei pronto per venire subito… non così”. Si lecca le labbra. “Perché non voglio venire ancora?”. Perché vuoi gustarti tutti i miei buchi e goderti ogni centimetro del mio corpo”. “Sai che faccio”, dice lui, la sua voce si fa molto profonda e dolce. Lei sorride. “Mi sdraio sul letto e sono nudo”, continua. “Ma tu non mi lasciare. Immagina che ti sto scuotendo la testa e ti sto spingendo in una delle poltrone di un qualunque hotel. Mi guarda diritto negli occhi, mentre ti abbassi fino a quando sei in ginocchio tra le mie gambe. Mi baci ma è solo una distrazione perché mentre mi stai baciando stai lentamente allargandomi le cosce”. “Perché hai paura di farmi entrare?”. “Sono nervosa… non sono stato con nessuno da lungo tempo”. “La situazione potrebbe cambiare ed io saprò come fare”, promette. “Che cosa devo fare dopo che ho aperto le gambe?”. La discussione si fa sempre più calda. “Sollevati la gonna fino ai fianchi e bacia le mie cosce”. “Le tue morbide e belle cosce”. “Una volta che le mie gambe sono aperte comincio a leccarti la parte esterna delle tue mutandine”.   “Sono bagnate?” “Sembrano in ammollo, cosa vuoi che faccia?”. “Le spogli facendole scivolare molto, ma molto lentamente”. “Hmmm…”, lei è sempre più eccitata. “Ma poi i miei umori caldi e dolciastri si spalmano sule mie gambe; ora le ho molto larghe e sembra che le mie ginocchia siano agganciate ai braccioli della sedia”. Lui ha un’idea, “voglio vedere com’è la tua figa prima di leccarla e scoparla come si deve”. “E come ti sembra?”. “Bella… perfetta. Ancor di più perché so che è mia”. Bastano le parole di quell’uomo per eccitarla, ad ogni parola le esce una goccia di umori dalla sua fica e più lo ascolta, più si scalda e si eccita. “Non vedo l’ora di farti gustare la mia figa”, lei sussurra, ripartendo da dove lo aveva lasciato. “Sei ansioso perchè tremo mentre hai circondato la mia figa calda e bagnata con la tua bocca, sei molto eccitato e mi stai facendo impazzire. Sei un gran toro da monta. Posso sentire la tua lingua leccare e succhiare il mio clitoride”. Mentre entrambi si toccano, si raccontano quello che stanno facendo e vorrebbero l’altro facese. Lei apre le gambe e preme contro il letto, in cerca di qualche altro contatto della sua mano. Sente le sue labbra stringersi intorno alle sue dita. Lei piagnucola ed indietreggia un po’, ha voglia però di godere e gli fa una proposta molto porca “Vuoi immergere la tua lingua dentro di me?”. Lui accetta subito. “Sì, io ti fotto con la mia lingua. Voglio conquistare la tua figa bella e bagnata, pronta per il mio cazzo”. “E il mio culo?”. Lui ridacchia. “Darò al tuo bel culo le giuste e necessarie attenzioni, ma più tardi… molto più tardi. In questo momento voglio solo sentire la tua figa calda sul mio cazzo”. “Ohh …” sospira, mentre si sditalinava la figa, umida dei suoi umori. “Sta per finire la telefonata?”. “Sì”, sussurra. “Non venire ancora… aspettami. Senti scivolare il tuo cazzo nella figa stretta? Mi senti dentro di te?”. “Sì”, si lamenta. Si spinge quattro dita in profondità nella sua figa. Lei li spinge nel profondo come può e massaggia il suo punto G fino a quando tutto il suo corpo si contorce e sembra volersi avvolgere contro la sua mano. Sente crescere l’orgasmo nel suo ventre. Non riesce a trattenersi più a lungo. “Aspettami, baby…” supplica. La sua voce è tesa con uno sforzo. Il suo respiro si fa breve e può sentire il suono umido della sua mano ben lubrificata che sega il suo cazzo ad un ritmo veloce e costante. “Cazzo…” sussurra e poi geme. Preme duro sul suo punto G, mentre lei titilla il clitoride con il pollice. Quando lui gode e sborra fa un rumore che suona così potente che schizza ovunque. E’un grido morbido il suo e si mescola ai versi che lei urla mentre viene e la sua figa schizza gocce dei suoi fluidi, facendo una pozzanghera nel palmo della mano. “Fanculo…”, piagnucola ancora. Ed entrambi sanno che la telefonata sta per finire. “Non possiamo continuare a fare questo…”, lei sussurra. “Lo so. Ho bisogno di vederti”. “Lo so”. “Io non voglio farti pressioni, ma…”. “Lo so”, si lamenta lei. “Ci vedremo presto…”, promette. Sospira con un tono morbido ed un sospiro frustrato. “Ti amo”, dice a bassa voce. Lei abbandona per un attimo la sua professione di ragazza di una linea erotica e si mette le vesti da ragazza innamorata e gli risponde “Ti amo anch’io”, sussurrato. La telefonata è finita, ed una ulteriore dose d’amore è stata distribuita.

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