La figlia del capo

Ultimamente pensavo a Francesca in ogni momento. Quando dico in ogni momento, intendo proprio sempre: mentre facevo colazione, durante il turno di lavoro, fuori con gli amici e anche la notte, mentre guardavo ad occhi aperti il soffitto marrone di casa mia. Ora, visto che non smettevo mai di pensare a Francesca, ci stavo pensando anche mentre scopavo con Claudia. Claudia è una mia collega di lavoro: occhi marroni gialli come da gatta, carattere aggressivo, capelli neri tagliati corti alla maschiaccio, un corpo ben fatto anche se piccolino. Mentre le tenevo le gambe piegate contro il cuscino del divano, chiamandola alla missionaria e facendola mugolare dal piacere, in realtà io non vedevo lei, ma vedevo Francesca. Forse dopo un po’ se ne accorse, perché con tono accigliato mi domanda “Ma ci sei? Ti sento distratto.. lontano..” Per tutta risposta affondai tutto il mio cazzo nella sua figa depilata, facendole reclinare la testa dal piacere. Insomma, dopo aver scopato, con qualche parola dolce e qualche gesto affettuoso le feci intendere di volerle bene, quando in realtà per me esisteva solo Francesca. Ma la mia ossessione, Francesca appunto, sapeva a mala pena della mia esistenza. Eh già, perché Francesca è la figlia del mio capo, e io la vedo solo quando raramente entra nell’ufficio del padre per salutarlo. Ma dopo circa un mese di routine e quotidianità, il capo mi fece chiamare nel suo ufficio. Senza essere particolarmente nervoso, andai a sentire cosa avesse da dirmi. E subito rimasi sbalordito di vedere il capo, seduto alla sua solita scrivania di mogano scuro, affiancato da Claudia, che stava porgendogli delle pratiche da firmare, e da Francesca, che stava semplicemente in piedi accanto al padre. “Carissimo, ho un compito importante per te. Mia figlia sta compiendo i primi passi nel mondo del nostro lavoro, e ho deciso di affiancarla a voi per un test. Andrete a Milano per ricevere un cliente di riguardo, e vi comporterete come un team. Naturalmente, se tutto andrà a buon fine, riconsiderò la tua richiesta di aumento.” Disse questo praticamente tutto d’un fiato, mentre io sorridevo inebetito al pensiero di passare qualche giorno con Francesca, ma poi mi rabbuiai pensando che Claudia si frapponeva inesorabilmente fra di noi. In breve, deciso il giorno della partenza, tornai al mio ufficio per essere raggiunto subito da Claudia, la quale non aveva idea del mio interessa per Francesca. “Che bello è come farsi una vacanza pagata!” E mi allungò un bacio, mal ricambiato. Tre giorni dopo eravamo tutti e tre sul treno, in seconda classe, diretti a Milano. Io cercavo di fare conversazione, ma Francesca mi rispondeva distratta e telegrafica, mentre Claudia non mi si scollava mai, una volta tenendomi il braccio, un’altra cercando di appoggiarsi a me per riposare. Arrivati all’albergo, a causa di un fraintendimento, c’era una sola camera disponibile. Immediatamente disponemmo un matrimoniale per le due ragazze e un lettino al lato per me. La cosa mi intrigava non poco, ma agli occhi di Francesca doveva sembrare che io e Claudia formavamo una coppietta, ed era questa idea che volevo cancellare. Infatti, quando Claudia senza nessun pudore si spogliò nuda davanti a me e Francesca (che arrossì violentemente), mentre andava in doccia mi chiese” Vieni anche tu in doccia con me?” Ma io rifiutai dicendo che dovevo organizzare l’incontro col cliente assieme a Francesca. Cosi iniziammo a leggere documenti e sottolineare dati, mentre sentivamo l’acqua della doccia scrosciare dietro di noi. Di punto in bianco, Francesca mi chiese “Ma tu e Claudia,, insomma state insieme o qualcosa del genere?” E io con la massima serietà possibile “No, assolutamente no”. E ripresi subito “E tu Francesca se posso, sei fidanzata?” “Si, io si” E questo troncò il discorso, facendomi rimanere davvero male. Quella notte, mentre mi giravo nel letto cercando di dormire, notai che un insegna pubblicitaria fuori dalla finestra del nostro piano, illuminava una parte del matrimoniale. Potevo vedere la coperta spostata, e le chiappe bianche di Francesca girate da un lato. Istantaneamente mi venne durissimo, e mi misi a sedere per guardare meglio. “Che fai sporcaccione?” Era la voce di Claudia, si era alzata per venire nel mio letto, ma mi aveva sorpreso a guardare il culo di Francesca. Senza dire niente iniziò a succhiarmi il cazzo, lentamente, mentre io non staccavo gli occhi dal matrimoniale. “Ti piace tanto quel culo? Non è meglio questo?” E detto così, si calò le mutande mostrandomi le sue belle natiche, e chinandosi, parte del buco del culo e della fica. Insomma per farla breve, dopo pochi minuti già stavamo scopando rumorosamente sul mio lettino, facendolo cigolare. La scopavo proprio per bene, facendo quasi uscire completamente il cazzo dalla sua fica per poi ritrapanarla fino in fondo, mentre le strizzavo le tette sode. Alla fine venni copiosamente, sborrando sulla sua lingua e in parte in faccia. A palle vuote, riguardai di nuovo verso il matrimoniale. Ci credereste? Francesca ancora dormiva, girata dall’altra parte. Il giorno dopo combinammo quel tale affare con il cliente, che andò a buon fine, e la notte ripetemmo la nostra performance, stavolta alla pecorina, mentre Francesca dormiva per i fatti suoi. Cosi riprendemmo il treno per tornare a casa, e durante il tragitto Claudia andò al bagno lasciando me e Francesca da soli. Di punto in bianco lei mi disse “Appena torniamo in ufficio, chiederò a mio padre di combinare un altro incontro, stavolta fuori dall’Italia, visto che questo è andato bene.” Io annui distratto. “Ma il prossimo viaggio lo faremo solo io e te, cosi scoperai me invece che quella zoccoletta di Claudia”. Sgranai gli occhi e incrociai il suo sguardo, capendo che non mentiva. Stavo per aprire bocca, quando Claudia tornò dalla toilette e mi abbracciò ridendo.

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