Il primo incontro col proprio padrone

Sapevo che una volta intrapreso il passo che stavo per prendere, la mia vita, il mio mondo, non sarebbero mai stati più la stessa cosa. Sarebbero così finitii giorni dei giochi spensierati della gioventù, prendersi in giro tra amici e conoscenti, ragazzi nei periodi tra virilità più o meno appariscente e mostrata ed il sentirsi dominatori del mondo e nessuno sviluppo dei miei tanti progetti, in vista, giorni che non trascorrono come avrei voluto io (o come avevo immaginato sarebbero stati). Se avessi seguito il mio cuore, la mia anima, ed avessi sposato l’uomo che il destino ha voluto farmi incontrare un giorno, sarei stata persa per sempre. Gli anni passavano, la mia pelle aveva un proprio tratto marcato e la mia mente era alla deriva, persa nei mille pensieri che il mio lavoro mi portava, quello di operatrice di call center, per le chat su Internet, le e-mail, e per le lunghe conversazioni telefoniche che sembrava durassero ore. Aveva ragione lui (torno al mio uomo), suppongo, su di noi non essendo estranei quando ci siamo incontrati per la prima volta. Come potevo accettare di incontrare uno sconosciuto a quell’ora a casa sua, alle sue condizioni? Non avrei mai potuto. Ma questo uomo, non era estraneo per me; o meglio, lo era perchè alla fine era un cliente che ha chiamato il mio call center, ma l’istinto mi diceva che lo conoscevo già, ma non capivo il perchè. Non avevo nulla da fare e ne ho approfittato per aggiustare la parete doccia, e successivamente ho voluto depilarmi la fichetta, con pessimi risultati. Ero appollaiata prima su una gamba, poi sull’altra, sul lato della vasca scivolosa, mentre mi radevo le labbra ed il clitoride. Per quanto stupido possa sembrare, la sessione di rasatura era simbolica, perché mi ero depilata due giorni prima e non avevo peli, ma non avevo nemmeno inibizioni e le esitazioni sull’essere me stessa, di essere la donna che ho sempre voluto essere. Mi sono tagliata, ma ho sorriso, mentre vedevo il sangue cominciare a gocciolare. Ero vivo e le gocce erano la prova, ma dopo stasera non avevo bisogno di vedere la prova sotto tale forma. Lo sapevo, nel mio cuore e nella mia anima. Mentre ho visto la mia immagine riflessa nello specchio ed ascoltavo la radio, la suoneria del mio cellulare mi fece trasalire alla realtà. Esitante ho risposto ed ascoltato la voce all’altro capo del filo. Il mio cuore mancò un battito, poi andò in un ritmo che non avevo riconosciuto fin dai tempi dei balli della scuola e la mattina di Natale. Ha ripetuto le istruzioni che mi arrivavano dalla persona dall’altro capo ed ho memorizzato ogni sua parola. Volevo essere il più vicino possibile alla perfezione, tipica di una donna single sui 20 anni. Con un sorriso nervoso, ho salutato e mi sono distesa sul letto. L’unica cosa che resta da fare è pettinarmi i capelli, come aveva indicato, suddividendole in ciocche quasi uguali. Mi girai i capelli nella clip, formando una coda di cavallo. Nessun trucco, come mi aveva richiesto. Ho notato che le mie mani tremavano, sempre leggermente, e il mio labbro inferiore era quasi viola, dove me lo ero preso a morsi. Sapevo che un rossetto sarebbe stata una pessima idea (e comunque sarei andata contro gli ordini ricevuti da chi mi voleva incontrare per scopare, per cui dovevo presentarmi esattamente come mi era stato detto), così mi leccai le labbra e mi diressi al luogo dell’incontro. Ero pure in anticipo. Lo aspettai dentro la mia macchina, tremando e senza sapere come sarebbe andata la giornata, se dovevo fidarmi, se potevo fidarmi!! Ormai ero lì e non mi restava altro da fare che aspettare il suo arrivo, cosa che avvenne poco dopo. Sentìì il rombo del suo motore e tre colpi di clacson (segnale convenuto). Guardati nello specchietto retrovisore, si era lui. Avrei voluto proprio andarmene ma qualcosa mi diceva che dovevo restare, se non altro per curiosità. Si avvicinò alla mia auto, gli aprii la portiera ed entrò. Una conversazione breve e due secondi dopo, decisi che del sesso ci sarebbe stato senza problemi tra noi. Lui era d’accordo (ovviamente). La posizione era un po’ strana, sinceramente, ma interessante. Nuda, in ginocchio, con le mani legate dietro la schiena. Tornò in auto a prendere qualcosa mentre io mi preparavo mentalmente al gioco. Ho abbassato la testa ed ascoltavo lo sbattere della porta della sua auto. Divertente, ma non è mai passato per la testa, nemmeno una volta, di fare quello che stavo facendo in quel momento. Non lo si dovere verso se stessi, affrontare il proprio destino senza esitazione? Con un colpo, entrò. Ho visto le sue scarpe ed i pantaloni. Per un secondo, forse due, ho tenuto il fiato. Avremmo continuato? saremmo tornati a casa? Sarebbe stato dispiaciuto per qualcosa? Avrebbe trovato che qualcosa mi mancava, o ero del tutto inadeguata? Ora mi rendo conto che non ho mai risposto a queste domande. Mentre pensavo facendomi mille problemi mi ha sollevato, mai così delicatamente, sulle ginocchia. Alzai lo sguardo e vidi davanti a me l’uomo più incredibilmente sexy che avessi mai visto. I suoi lineamenti, scuri e gravi, avevano una luce e una tenerezza che non avevo mai conosciuto. Tremai durante il nostro primo bacio, il suo tocco era stato costante, ma tutt’altro che invadente. In un modo strano, stavamo bene mentre ci accarezzavamo e coccolavamo l’un l’altro, come un giocattolo nuovo, o meglio ancora, come fossimo l’uno dell’altro. Il bacio durò poco, e così pure l’esplorazione del mio corpo. Ho cercato di non sentirmi abbandonata e vergognarmi. Ho cercato di non mostrare la mia delusione, la mia paura. Deve averlo intuito, perché sorrise. Andammo a casa mia. “Sdraiati sul letto, mio amore. Voglio assaggiare, voglio conoscerti dal gusto e l’olfatto in modo da unire il guardarti a tutti gli altri sensi”. Molto lentamente, raggiunsi il letto freddo, che avevo fatto con un copriletto in poliestere nero. Mi ha rilassato, fatto allargare le gambe, poi denudata. Lo guardai, come si guarda un principe sul grande schermo, completo di fascino, desiderio, e soggezione totale. Le sue dita spogliarono in poco tempo la sua camicia e la cravatta, mostrando il petto e le spalle larghe, facendo naturalmente aumentare la mia acquolina in bocca. Finì di spogliarsi e lo ebbi nudo davanti a me. Senza pensarci un attimo mi spogliai pure io, completamente nuda. I nostri occhi si incontrarono, come congelati, e in un attimo era sopra di me, con il suo corpo premuto contro il mio. La mia bocca si aprì per consentire alla sua lingua di entrare e giocarci, imitando le mie cosce. Era una bocca calda e odorava di colonia. Molto lentamente, mi sentivo alla deriva in quel luogo in cui si perde il senso del tempo e luogo. Ho inalato il suo profumo inebriante, lasciando che il gusto dei suoi baci indugiasse sulla mia lingua e le mie labbra. Alcuni dominanti avrebbero usato le catene per tenere i loro sottomessi al giusto posto, ma non ce n’era bisogno. Interruppe il bacio ed utilizzò la sua lingua vorace per iniziare l’esplorazione del mio corpo. Prima si è allattato al seno sinistro, poi al destro. Un morbido succhiare qui, una mordicchiata di capezzolo lì. La lingua che andava ovunque, leccava il seno, il mio torace; ovunque sentivo la sua lingua calda ed il suo alito sul mio corpo fremente. Inutile dire che ero eccitatissima. Sentii le sue dita scivolare dentro la mia figa, il suo pollice contro il mio clitoride. I miei fianchi si alzarono per incontrare la sua mano, i nostri occhi l’un l’altro, quasi immersi in un ritmo antico con un nuovo amante. Sentivo l’odore della mia eccitazione, e le mie guance diventarono color fiamma. Sentivo la mia passera inumidirsi, e ho cercato di allontanarmi, di nascondermi dal suo sguardo, ma questo era il mio Maestro, dopo tutto, e mi era impossibile non guardarlo in faccia. Abbassò la testa ed ho sentito la sua lingua prendere il posto del suo pollice. MI dimenavo contro di lui, poi mossi in bacino in modo da spingermi più contro la sua lingua. Le sue dita accompagnavano il gioco della sua lingua, senza mai fai perdere alla sua lingua una goccia dei miei umori che gocciavano fuori dalla passera. Più e più volte ero vicina a raggiungere il punto culminante. Il mio corpo tremava, le mie gambe erano come gelatina, e il rossore che copriva le guance ora coprìì tutto il mio corpo. Bevve tutti i miei umori, senza mai fermarsi, fino a quando l’orgasmo si placò e l’ultima goccia ebbe fatto il suo corso. Ho sentito uno scricchiolio del materasso appena si sdraiò accanto a me. Mi sono trovata tirata contro di lui, mentre continuava a cullarmi, mi teneva contro il suo corpo. Un corpo forgiato da oltre 20 anni nell’esercito, il corpo che ora mi apparteneva. Ero così fiero di appartenere a questo uomo. Forte, virile, sexy come l’inferno, con una lingua come nessun altro. Alzai lo sguardo verso di lui, e sapevo che non c’era più modo di tornare indietro. Nemmeno avrei voluto. Ero pronta ad essere completamente sua. Mi baciò, come un invasato, ed in poco tempo si fece strada tra le mie cosce. L’odore muschiato aveva ormai aggredito i miei sensi, ed alimentato il fuoco dell’eccitazione. Aveva un bel cazzo, grande e duro. In un istante, era dentro di me, in un luogo dove a pochissimi era mai stato permesso di entrare, e certamente a nessuno era mai stato concesso l’accesso al primo appuntamento ed in poco tempo. Il pensiero mi ha fatto rabbrividire, perché in effetti, era un altro uomo, non assomigliava lontanamente a tutti quelli che avevo incontrato prima. Questo era il mio maestro, il mio Signore, il mio papà, l’ultimo uomo che ho sempre voluto sentire dentro di me. Allargai più le gambe. Volevo sentirlo più in profondità dentro di me, volevo che mi scopava come piaceva a lui. Lui gemette in risposta al mio incontrare le sue spinte, ed il rossore che poco prima aveva invaso il mio corpo aveva lasciato il posto a puro piacere. Avevo fortemente bisogno di essere scopata da lui, avevo una voglia che difficilmente si poteva raccontare. Sentivo come se stessi volando, sempre più in alto, perdendomi nel sentire i nostri corpi unirsi. Sussurrò “sei così bella” ed il pensiero di questo uomo che provocava piacere dal mio corpo, era una combinazione potente. Mi sentivo volare verso l’alto, una specie di orgasmo della mente e mentre corpo ed anima raggiungevano questo apice, sono stato tirato più contro di lui. Mi scopava con forza, infilandomi il cazzo così in profondità da sentire quasi male, ma stavo molto bene. Ho gridato, il fuoco dentro bruciava e mi sentivo così calda da riuscire a malapena a sopportarlo. Mi accorsi che stava per sborrare. Sentivo il suo corpo irrigidirsi ed il suo cazzo pulsare. Più e più volte, ho sentito il suo seme spegnere l’incendio che avevo in corpo. Che bella scopata, iniziata e guidata da un forte desiderio ardente, passione fumante e la sensazione del possesso totale. Era il mio Maestro e col suo seme aveva segnato il territorio, nonché preso il controllo della sua schiava sottomessa. Tra baci e giuramenti sussurrati di devozione, ho sentito le sue braccia che mi circondavano, il suo cuore battere sotto la mia guancia mentre ero sdraiata con la mia testa sul suo petto ben definito. Non mi ero mai sentita così posseduta. Essere amato non si era mai sentito così bene. Per essere il primo incontro, posso dire di aver trovato la mia destinazione finale ed era stato molto facile in quella calda notte d’estate.

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