Il perfetto sconosciuto

“Rosalba, non posso credere che tu sia ancora vergine”, sussurrò il mio migliore amico, seduto accanto a me sull’autobus. Mi sentivo come se fossi l’unica vergine che lavora in azienda. Avevo trentadue anni e non avevo ancora avuto rapporti sessuali. “Odio infilarmi gli assorbenti interni, figurati il cazzo”. Scoppiammo a ridere. Mentre ero seduta sul pullman pensavo solo come sarebbe veramente perdere la verginità. Ero assorta nei miei pensieri da non notare che l’autobus era alla mia fermata. Come scesi dall’autobus, ho sentito qualcuno in fondo alla strada che mi stava chiamando. Non sapevo chi fosse, ma mentre si avvicinava ho notato che era molto attraente. Mi ha chiesto se avevo un fidanzato e ho detto di no. “Una ragazza carina come te non dovrebbe mai essere senza un uomo”. Ho detto, “Beh, io non riesco a trovare quello giusto”. Ammetto di essere stata un po’ infastidita da queste frasi fatte. “Io potrei essere quello giusto, mi chiamo Stefano”, la sua pronta risposta. Mettimi alla prova. Mi piacciono le sfide, l’ho subito attaccato. “Scommettiamo, dammi il tuo numero di telefono e ti chiamerò stasera”. “Era troppo carino, non potevo dire di no” dissi a mia mamma, mentre la aggiornavo su quello che mi era appena successo. Continuavo a pensare a come baciare le sue labbra. Ho immaginato come dopo tanti anni di verginità era il momento di cambiare. Ero eccitata e mi masturbai, giocando con il mio clitoride con lenti movimenti circolari, immaginando che era la lingua di Stefano adegustare le mie labbra dolci ed umide. Proprio mentre stavo per godere e schizzare ho sentito il mio telefono squillare, non ha riconosciuto il numero, ma ho risposto lo stesso. «Posso parlare con Rosalba”, era una voce maschile. “Sono io”, risposi con una voce falsamente sexy. “Sai chi sono?” “Certo che lo so, sei Stefano.” “Spero di non disturbarti” “No, stavo solo facendo la doccia in attesa della tua chiamata” “Sono le 21 e vorrei uscire con te, se ti farebbe piacere”. Risposi semplicemente di sì. Per le successive tre ore abbiamo parlato al telefono di tutto. Quindi la grande domanda, “Rosalba sei vergine?” “Sì”, dissi. “Non sono mai stata toccata”. “ho capito, se vuoi posso venire a casa tua dopo il lavoro domani. Mi piacerebbe sentirti. Il mio obiettivo è quello di farti stare bene”. L’idea era perfetta, anche perchè ero sola a casa e glielo dissi. “Mio padre è ad un convegno a New Orleans e mia madre è andata con lui, per il fine settimana”. Sono andata a dormire pensando a Stefano ed a quello che sarebbe accaduto l’indomani. Il giorno successivo la mia mente era concentrata su tutte le cose che Stefano ed io potevamo fare a letto. Stavo pensando alle molteplici posizioni che mi volevo provare. Quando sono tornata a casa ho pulito la camera ed il bagno, non volevo fare brutta figura. Ho aspettato un’ora prima di chiamare Stefano, ho messo le candele sul mio comò ed in giro per la stanza per creare  un’atmosfera romantica. Ho acceso il camino. Mi sono vestita sexy, un lungo abito a tubino nero, un reggiseno push-up ed un intimo rosa delicato di seta pura. Ho chiamato Stefano per fargli sapere che ero pronta. Mi ha detto che sarebbe stato lì in pochi minuti. Sentivo lo stomaco fare salti mortali. Non ero sicura di essere pronta del tutto, ma sapevo che il tempo era giunto. Cinque minuti dopo ho sentito il campanello suonare. Gli ho detto di entrare ed accomodarsi. Andai nella mia stanza cercando di calmarmi. Stefano entrò nella stanza e avvolse le braccia intorno alla mia vita. Con una mossa rapida, mi girò e mi baciò dolcemente ed appassionatamente sulle labbra. Il momento che da tanto stavo aspettando era arrivato. Ho sentito la sua lingua nella mia bocca e stavo bene. Mi ha chiesto ero pronta e ho detto di sì. Egli baciò dolcemente il collo e continuò a scendere fino a raggiungere il mio bikini. Baciò le labbra della mia figa rasata. Senza fretta con la lingua disegnava cerchi intorno al mio clitoride, mentre con una mano toccava un mio capezzolo  e con l’altra mano si faceva largo nella figa. Ho sentito la sua lingua dentro e fuori dalla mia figa palpitante. Me la stava scopando con la lingua. Ha succhiato, baciato, rosicchiato e morso le labbra della passera. Sentivo il mio clitoride diventare duro ed i miei succhi caldi scivolarmi lungo la gamba. Gemetti, urlando il suo nome, quasi piangendo. La quantità di piacere che Stefano mi stava dando era inimmaginabile. Sentivo il mio corpo fremere sotto i colpi della lingua di Stefano ed ho raggiunto il mio primo orgasmo scopando, quando di solito lo raggiungevo, seppur meno, masturbandomi. Dal momento che Stefano mi aveva soddisfatta appieno ho pensato che dovevo farlo godere anche io. Stefano lentamente si tolse la camicia ed i pantaloni, rimanendo in boxer. Ho guardato con stupore il cazzo che pulsava dentro i boxer e sapevo che ero curiosa di assaggiarlo. In un secondo gli spogliai anche i boxer e presi la sua grossa testa succosa in bocca e cominciai a leccarla. L’ho succhiato come un ghiacciolo, degustandolo e lubrificandolo con la mia lingua. Stefano mugulava dal piacere. “Sei sicuro che non l’hai mai fatto prima?”, mi chiese, sorpreso dalla mia bravura. Annuii ed andai avanti a leccarlo e slurparlo con lingua e bocca. Ho usato le mie unghie per giocare delicatamente con le sue palle, mentre le mie labbra facevano il loro lavoro. Volevo vedere se riuscivo a fare quello che le altre ragazze fanno nei film porno che guardo mentre mi tocco. Lentamente ho provato a spingere tutto il cazzo in bocca e ci riuscìì; sentivo la punta colpirmi la gola. Tenendo le palle nelle mie mani ho capito che stava per venire. Stefano ha afferrato la parte posteriore del collo e mi ha detto che stava per venire. Poi rapidamente mi ha tolto il cazzo dalla bocca per sborrarmi sul petto. Guardavo le mie tette ricoperte di sborra calda e le strofinai insieme, riuscendo a bagnare anche i miei capezzoli della sua crema. In poco tempo il suo cazzo ridivenne duro ed era giunto il momento per donargli la mia verginità. Mi sdraiai sul letto, aprendo le gambe più che potevo. La mia fica depilata era lì, calda e vogliosa. Mi guardò negli occhi e piano piano entrò dentro di me. La prima volta che avrei voluto urlare, ho pensato che il dolore sarebbe stato insopportabile. Ha tirato il suo cazzo fuori e lo vide coperto da un sottile strato di sangue, sapevo che il mio imene era rotto e che gli avevo appena donato la verginità. Poi tornò a scoparmi con colpi lenti e ben presto il dolore è stato sostituito da puro piacere. Mi sentivo bene, godevo sperando che questo momento durasse per sempre. Poi Stefano mi ha girato sulla schiena, e mi disse di rilassarmi. Voleva il mio culo, gli piaceva ed io gli offri il mio buchetto stretto e vergine, ma che alla vista del suo cazzo sembrava aperto e desideroso della sua dose di carne. Lo sentii afferrare i capelli e strofinare la schiena mentre mi infilava il cazzo dentro e lo pompava dentro e fuori di me. Sentivo il suo cazzo irrigidirsi dentro al mio culo. Sapevo che stava per venire un’altra volta. “Sei pronta per un’altra farcitura?”. Gemetti sì. Per gli orgasmi che Stefano mi stava facendo provare il mio corpo era in delirio. Ho sentito un altro orgasmo attraversare il mio corpo. Sono venuta di nuovo e io non riuscivo a smettere di tremare. A questo punto tutto il mio corpo sembrava di gomma. Stava per sborrare e mi rimise il cazzo in figa. Ho allargato le gambe e sentìì il suo grosso cazzo cercare di riempirmi tutta la figa. Mentre pompava, Stefano mi fece capire che stava per venire. Non smise di pomparmi e mentre urlò “vengooo!” sentìì schizzi dentro di me. La mia figa calda tremava in quei momenti e tutti e due eravamo esausti. Era la prima volta che scopavo dal vero e se avevo sempre desiderato dare la figa solo al mio futuro marito, fui felice di essere stata sverginata e sfondata in culo da un perfetto sconosciuto.

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