Il compleanno del mio migliore amico

Vittoria è la cugina del mio migliore amico Attilio, lei vive in Inghilterra, si è trasferita li per studio due anni fa e raramente torna in Italia, dice di trovarsi bene li e di voler farsi un futuro. Lei è una ragazza molto carina, alta, con i capelli ricci, occhi scuri ed un sorriso che ipnotizza, l’ho vista pochissime volte ma tutte le volte mi ha sempre trasmesso voglie irrefrenabili di farci sesso. È una di quelle ragazze che te lo ispirano proprio, nei gesti, nei movimenti, nel loro modo di fare e porsi, nel modo di vestire, lei è sempre molto seducente, indossa abiti attillati e corti, mette in mostra le sue curve e lo fa con grazia. Parlo di lei perché l’ho incontrata proprio due sere fa a casa del mio amico, festeggiava il compleanno e per l’occasione Vittoria esce tornata, c’era molta gente, sembrava più un party, c’era tanta roba da bere. Inizialmente restai in disparte, la osservavo da lontano, la vedevo sorridere, muovere le mani sensualmente, toccare le spalle della persona con la quale colloquiava, poi si spostava verso il buffet con quella sua camminata sexy ed era in quel momento che mi partivano i pensieri e il mio corpo reagiva. Sentivo il mio cazzo crescere nei pantaloni, mi eccitavo a guardarla, era impossibile esserle indifferente, mi rendevo conto, però, che dovevo cercare di darmi un contegno, chiunque si sarebbe potuto accorgere della mia eccitazione. Passò più della metà della serata, avevo saputo da Attilio che sua cugina sarebbe ripartita il giorno dopo, non avrei avuto nessun’altra possibilità, dovevo forzatamente fare qualcosa. La vidi allontanarsi dalla gente e andare verso il terrazzo, decisi di raggiungerla con la scusa di fumarmi una sigaretta, la trovai poggiata al muretto che guardava il cellulare, mi avvicinai. Lei mi ignorò per i primi minuti, poi posò il telefono e finalmente mi degnò di un sorriso, mi salutò e mi chiese come andassero le cose, non era la prima volta che parlavamo, ma i nostri dialoghi erano sempre stati molto brevi. Restammo a parlare per un quarto d’ora, più parlava e sorrideva e più avevo voglia di baciare le sue labbra, più si muoveva e più il mio corpo reagiva, desideravo ardentemente prenderla, sbatterla da qualche parte e farci sesso. Probabilmente si accorse di qualcosa quando abbassò lo sguardo sui miei pantaloni, per quanto cercassi di controllarmi e di non mostrare reazioni, il mio cazzo stava reagendo da solo, si vedeva chiaramente una leggera sporgenza. Non disse niente, si avvicinò di qualche passo, posò la mano sul mio cazzo e mi sussurrò all’orecchio che le piaceva il fatto che stessi reagendo in quel modo per lei, gli piaceva molto, l’attiravo. Strinse il mio pacco, il suo tocco me lo fece diventare ancora più duro, mi guardai intorno, non era il posto migliore per scopare, lei mi sorrise e mi disse di seguirla. Mi portò in un piccolo giardino dietro casa di Vittorio, c’era una casetta di legno, probabilmente un ripostiglio per gli attrezzi; pensavo volesse entrare, invece, ci mettemmo dietro la casetta, li non ci poteva vedere nessuno. Mi aprii i pantaloni e tirai fuori il mio cazzo, era già molto duro, lei rimase piacevolmente sorpresa dalle dimensioni, si chinò, lo prese con la mano destra, lo alzò, poi avvicinò la bocca alle palle e iniziò a leccarle e succhiarle. Mi lasciai andare alle piacevoli sensazioni che la sua bocca riusciva a darmi, posai una mano dietro la sua testa, la spinsi, sentivo le sue labbra succhiare la mia pelle, poi con la lingua risalì sul mio cazzo seguendone la lunghezza, fino ad arrivare alla cappella che prese in bocca. La sua lingua stimolava il piccolo buco della cappella, le sue labbra la succhiavano, era una sensazione pazzesca, ci sapeva fare, poi finalmente accolse il mio cazzo tutto in bocca e iniziò a pompare. La sua testa andava avanti e indietro accogliendo in continuazione il mio cazzo, ero eccitatissimo, spinsi di più fino a farglielo arrivare in gola, poi la lasciai libera, vidi la saliva colarle dalle labbra, la raccolsi con la punta del cazzo e glielo rimisi in bocca. MI fece un pompino per diversi minuti, mi diventò durissimo e l’unica cosa che voleva era prenderla, metterla a gambe aperte contro la parete di quella casetta e sbattermela con forza. Prima di farlo, le alzi la gonna, lei si tolse le mutandine, mi chinai per leccarle la figa, era bagnatissima, la porcona era molto eccitata, leccai il clitoride per bene, poi infilai un dito nel suo buchetto, lei si aggrappò a me e gemette. Non le diedi tregua, la scopai in quel modo per qualche minuto fino a farla venire sulle mie labbra, poi, soddisfatto, l’afferrai per i fianchi, la poggiai alla parete, lei avvolse le gambe intorno al mio bacino, la penetrai con il mio cazzo e iniziai a darci dentro. Il mio cazzo la sfondava senza darle tregua, mi muovevo velocemente e forte, affondavo sempre di più, volevo farle sentire per bene la mia possenza; lei si teneva a me e mi diceva di scoparla forte, godeva tantissimo, raggiunse un primo orgasmo. Ero troppo eccitato, i miei istinti animaleschi presero il sopravvento, la misi a pecorina, le penetrai la figa da dietro e la montai, sentivo il suo culo sbattere contro il mio bacino, nel silenzio di quella bella serata primaverile si sentivano solo i nostri gemiti e i nostri corpi sbattere. Sentivo che presto mi avrebbe colto un forte orgasmo, stavo uscendo da lei quando mi disse di non farlo, voleva sentire i miei schizzi caldi nella sua figa, mi rassicurò dicendomi che prendeva la pillola, io fui un po’ titubante, ma una sua spinta forte verso il mio cazzo mi fece venire e il getto si sperma caldo la riempì. Ci sistemammo frettolosamente, eravamo stati via quasi un ‘ora e sicuramente ci stavano cercando, prima di tornare alla festa, Vittoria mi lasciò il suo numero di telefono, dicendomi che avremmo potuto vederci nuovamente quando sarebbe scesa per un’altra bella scopata. Fu proprio una bella serata.

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