Giorgio e sua madre - Parte 1

“Non si compiono diciotto anni tutti i giorni, anche sta in ospedale, voglio che la festa a sorpresa sia perfetta in ogni dettaglio! Hai ordinato la torta caro?”, Melania era completamente assorta nei preparativi, non si era resa conto di aver chiesto la stessa cosa al marito non più di qualche istante prima. “Sì cara, come cinque minuti fa, la torta ci aspetta alle sei in pasticceria”, rispose stancamente l’uomo, ormai frastornato dalle continue richieste della moglie, “Tutto è pronto, alle sei si va a ritirarla, i compagni di classe arrivano in ospedale alle sei e mezzo e poi si va tutti insieme nella stanza, ho chiesto il permesso al Primario e possiamo rimanere fino alle 21, in stanza non ha altre degenze quindi staremo tranquilli e si potrà festeggiare tutti insieme. I festoni e le altre decorazioni sono già in macchina, le bibite le portano i compagni di Giorgio, fresche di frigo. Contenta?”. “Sì caro, scusa se sono stata pesante questi giorni ma con la paura che mi sono presa e la sfortuna che perseguita quel povero ragazzo sono alterata. Non dormo più, ringrazio solo il cielo che non ha avuto conseguenze più gravi di qualche frattura dall’investimento. Povero piccolo mio”. “Tranquilla, ormai è tutto passato, deve solo rimettersi in sesto e questa festa non può che fargli bene”. Trascorse poche ore si ritrovarono come detto all’ospedale, tutto era pronto, Giorgio era in camera sua, era stato appena pulito da un’infermiera, aveva infatti bisogno di aiuto visto che aveva un braccio ed entrambe le gambe fratturate oltre che i segni di qualche escoriazione sul corpo. L’impatto con l’auto lo aveva ridotto maluccio ma nel complesso sarebbe potuta andare molto peggio e lui stesso si proclamava miracolato. La gioia che ebbe nel vedere i suoi amici tutti lì radunati per quella festa a sorpresa gli fece pensare di essere davvero un ragazzo fortunato. Una volta tanto la corsia di un ospedale si era trasformata in un luogo di allegria e anche dalle altre stanze i pazienti parevano sollevati alla vista di un po’ di gioventù rumorosa e festante. Le nove arrivarono decisamente troppo presto, o almeno così era parso a Giorgio, ormai era ora di andare per tutti i suoi compagni, la notte era calata e non era consentito restare ulteriormente in reparto. “Giorgio tesoro, sei felice della sorpresa?”, disse Melania accarezzando i capelli del figlio che stava seduto sul suo lettino circondato dai regali degli amici ormai andati via. “Non potevate farmi sorpresa migliore, davvero, sono commosso, non me lo aspettavo… O meglio, non me lo aspettavo ma ci speravo. Ora spero solo di uscire in fretta da qui e levarmi questi stupidi gessi, sono fastidiosissimi. Poi vorrei anche provare la mia nuova macchina Canon!”, disse Giorgio, felice di aver avuto un po’ di compagnia giovane, diversa dai suoi familiari, “Stasera non serve che resti mamma, posso rimanere anche solo, se ho bisogno c’è il campanello, puoi dormire a casa, tranquilla!”. Neanche per idea, non se ne parla proprio, come fai se hai bisogno del pappagallo? va bene che hai 18 anni ora ma non è il caso che ti allarghi signorino, stasera dormo qui come al solito, tuto padre è già andato a prendere la sdraio”. “Mamma davvero, non serve, poi mi hanno portato anche da leggere, ho tutto ciò che mi serve, puoi andare…””Non ho intenzione di discutere oltre ragazzino, puoi guardare la tv fino alle 10, io vado un attimo al bar, a dopo”. Giorgio sapeva bene che la discussione era finita, nulla avrebbe fatto cambiare idea a sua madre e la roba che gli avevano portato da leggere, sarebbe, purtroppo per lui, rimasta intonsa. I suoi migliori amici infatti, sapendo che non aveva facile accesso ad internet, gli avevano portato qualche fumetto erotico di quelli orientali, gli Hentai di cui lui era patito, camuffati all’interno di una cartella coi libri di scuola. Il piano era semplice  far andare via la madre e godersi una rilassante serata di “lettura”, visto che aveva il braccio fratturato sarebbe stato più arduo, ma ormai erano molti giorni che non si toccava. Tutto naturalmente andato in fumo dalla cocciutaggine della donna. Un’altra nottata a guardare la Rai fino alle dieci e poi nanna… La felicità per la festa a sorpresa si era vaporizzata del ragazzo. “Beh, buonanotte figliolo, tua madre è andata la bar, sarà qui a momenti, ci vediamo domani, hai bisogno di qualcosa?”. “No papà, sono apposto…”. “Ragazzino, tua madre ti vuole bene, non credere che le faccia piacere dormire su una sdraio una notte intera, ne potrebbe fare volentieri a meno. Appena starai meglio tornerai a casa e non ci saranno più problemi, per adesso pensa a riposare”, disse il padre andandosene. Alla tv non c’era nulla che potesse sollevargli il morale, i soliti noiosi varietà triti e ritriti e qualche film ritrasmesso per la decima volta, era inutile, tanto valeva mettersi a leggere qualcosa. Prese la cartella con i fumetti proibiti e tirò fuori un romanzo vero, non poteva rischiare con i fumetti hentai, la madre sarebbe rientrata a breve. Un bel libro di Gogol, uno scrittore russo che amava e del quale aveva già letto molte opere. Sentì la porta aprirsi: ”Stai leggendo tesoro? Tutto bene con i gessi?” “Tutto bene mamma, grazie. Ho preso Taras Bulba di Gogol, me lo hanno portatogli amici insieme ai libri di scuola e a qualche altro romanzo. Tu che programmi hai?” “ Nulla di speciale, ho anche io da leggere ma ho sonno, crollerò subito”. In pochi minuti la madre era stesa sulla sdraio imbottita preparata dal padre di Giorgio, entrambi leggevano grazie alla lampada sopra il letto del ragazzo, quella usata dalle infermiere per svegliare i pazienti la mattina e per illuminare solo un letto alla volta senza disturbare eventuali altri pazienti. Il neon bianco proiettava lunghe ombre sulla parte difronte. Melania era alle prese con una rivistaccia patinata, Giorgio si era spesso chiesto come la madre potesse leggere quelle porcherie da parrucchieria o studio dentistico. Tuttavia, dall’alto del letto, l’occhio gli cadde sul titolo dell’articolo che la madre stava leggendo, incredibile! “Le migliori posizioni per fare l’amore con un partner malato”. La vista di Giorgio era abbastanza acuta da distinguere i modelli stilizzati di un uomo e una donna arrangiati in diverse posizioni, era evidente che l’articolo si riferisse anche a chi aveva fratture agli arti. Giorgio era alquanto sconcertato, non poteva credere innanzitutto che la madre leggesse articoli del genere e in secondo luogo era esterrefatto dall’aver, anche se solamente per un micro secondo, pensato che quell’articolo avrebbe potuto magari esserle utile con lui. Ben presto si rese conto dell’assurdità e della stranezza di quei pensieri, forse era la stanchezza o forse era l’aspettativa delusa di potersi tirare una sega in pace quella sera ad avergli scombussolato il cervello. Si schiarì la voce e disse” Mamma, sono le dieci, ti secca se continuo a legggere?”. “Fai pure, ricordati solo di levarti gli occhiali prima di addormentarti, non voglio che li schiacci nel sonno, io sono troppo stanca per continuare, buonanotte tesoro.”, detto questo si giro e dopo essersi accocolata al cuscino parve cadere nel sonno. Giorgio era combattuto, sentiva il respiro della madre regolare, era certo dormisse e aveva una gran voglia di sbirciare i fumetti che i suoi amici gli avevano portato. Assicurandosi di non far rumore, riprese la cartella e tirò fuori un albo che subito infilò sotto la coperta, aveva paura sua madre potesse svegliarsi o anche solo girarsi, così com’era non poteva vederlo, tuttavia le precauzioni non sono mai troppo. Si trattava di un bel volume straight shotacon uno dei suoi generi preferiti, lo infilò tra le pagine del libro di Gogol e iniziò a sfogliarlo. Il primo oneshot era il racconto di una madre con il figlio adolescente, “Dannazione”, pensò il ragazzo, ”ma che è stasera? Una congiura?”. Il fumetto era davvero ben disegnato e non lasciava spazio ad interpretazione, le vignette erano ricche di dettagli e i dialoghi, sebbene in inglese, erano di facile comprensione per lui. Man mano che voltava le pagine, sentiva il suo amichetto sempre più gonfio da sotto il tessuto del pigiama, si chiese perché continuasse a torturarsi in quella maniera dato che mai e poi mai avrebbe potuto segarsi con la madre ad un metro scarso da lui. O almeno così pensava all’inizio… Si dice che l’occasione faccia l’uomo ladro, in questo caso forse è più corretto dire perverso. Giorgio continuò ad ascoltare il respiro della madre, gli sembrava addormentata profondamente. Con un gioco acrobatico, dopo aver fissato il fumetto su quelle che gli sembravano le vignette migliori, fece scivolare la mano del braccio non ingessato sotto le lenzuola e di lì nelle mutande. La sua erezione era imponente, erano davvero molti giorni che non si toccava e per un ragazzo della sua età, con gli ormoni a mille ed abituato a fare sesso regolarmente con una sua compagna di classe era davvero un dramma. Dopo aver sospirato profondamente e aver dinuovo controllato che la madre fosse assopita iniziò a segarsi, lentamente. Era davvero una bella sensazione, la sua mano sapeva come fare e sebbene fosse solito massaggiarsi le palle con l’altra sentì comunque il piacere pervaderlo. Fu un lampo, un istante in cui chiuse gli occhi per godersi il ritmo che ormai aveva preso, sentì un urlo secco e forte:”GIORGIO!” Cosa stai facendo?!” gli gridò la madre. Sarebbe impossibile definire la scala cromatica dei colori che la faccia del ragazzo assunse. Passò dal rosso fuoco dell’imbarazzo al bianco semitrasparente dopo aver incrociato gli occhi della madre. “Io non so veramente cosa ti sia saltato in testa ragazzino, addirittura un fumetto porno, alla tua età? Fare quella cosa con me nella stanza, io  non ho parole, domani quando lo racconterò a tuo padre. Non rivedrai la luce del sole se non quando andrai all’università, questa volta l’hai fatta davvero grossa!”.   Melania era furibonda, aveva trovato il fumetto sopra il libro di Gogol e subito si era messa a frugare la borsa in cerca di altre porcherie. Suo figlio tirarsi una sega in sua presenza, mai avrebbe immaginato che il suo bambino, o almeno quello che credeva tale, fosse capace di tanto. Giorgio era basito, muto come un pesce osservava la madre frugare le sue cose e l’ascoltava promettere tremende punizioni, non sapeva a che santo votarsi, dalla felicità della festa era piombato nell’inferno in terra. Si vergognava per aver ceduto agli istinti, non avrebbe voluto. Scoppiò in lacrime:”Mamma scusami” singhiozzò il ragazzo, “non volevo, non so cosa mi sia Difficile descrivere il turbinio di pensieri che la invase, con una mossa rapida, guardando il ragazzo in faccia, abbassò le lenzuola e sbottonò il resto del casacca, solo le mutande restavano a coprire il pene eretto del figlio, un fine strato di cotone bianco che lasciava poco all’immaginazione. Giorgio era basito, guardò la madre negli occhi e ad un tratto sentì strattonare via le mutande. Era nudo, sul letto d’ospedale, col cazzo dritto in vista. successo, sono molti giorni che. Perdonami, io sai frequento una mia compagna di classe, ormai è un mese che sto in ospedale, perdonami non volevo!”. Per un attimo Melania tacque, il pianto di suo figlio le sembrò sincero e così il suo pentimento. Infondo non aveva fatto quella porcate per darle dispiacere, si sentiva solo e durante il giorno con le infermiere e i dottori che girano gli sarebbe stato impossibile farlo. Era un ragazzino adolescente pensò, con gli ormoni a mille e che frequentava una coetanea, un mese intero in ospedale non deve essere stato facile per lui. Giorgio intanto continuava a piangere, si vergognava di non essersi trattenuto con sua madre in stanza. “Calmati ora, è passato! Scusa se ti ho urlato, non volevo farlo, è solo che non mi sarei aspettata nulla del genere da te”, disse la donna abbassando la voce, “mi rendo conto che sei da un mese qui, forse è colpa mia, avrei dovuto concederti un po’ di privacy. Domani non dirò nulla al papà, stai tranquillo”; detto questo andò verso il figlio e gli asciugò le lacrime con un fazzoletto. I capelli biondi  in boccoli del ragazzo erano schiacciati sulla fronte sudata, sia per il pianto che per l’attività proibita che tanto l’aveva coinvolto fisicamente. Aveva il petto quasi tutto esposto, il camicione ospedaliero era aperto per i primi bottoni , sua madre lo aveva osservato molte volte, era ancora un fanciullo ma iniziava a farsi uomo. Si accorse poi che l’erezione era ancora lì, non era passata nonostante il pianto. Melania si affrettò a prendere in mano il randello del ragazzo, era grande e sodo, si rendeva conto che suo figlio si stava davvero facendo uomo. Aveva dei peli biondi che lo incoronavano e due palle grandi che gli ricordarono per un istante il marito. Rivolse di nuovo lo sguardo al ragazzo ed iniziò a segarlo. Lo scappellò piano, scoprendo il glande imperlato di liquido preseminale. Tirò indietro la pelle fino a che il ragazzo non emise un gemito misto di piacere e dolore, poi la fece risalire piano piano, senza fretta. Continuò altre due volte, il respiro del figlio si era fatto pesante, su e giù ancora una volta. Aumentò il ritmo,su e giù, su e giù, Giorgio era in preda al piacere, iniziava a perdere la lucidità. Su e giù ancora e ancora, era lì, stava per esplodere. Un singolo verso:”Mamma!”. Melania vide il volto del ragazzo contorcersi dal piacere e gli schizzi che partirono rapidi dalla verga di suo figlio: erano molti, il ragazzo era venuto in maniera più che abbondante sul suo petto e sul vestito della donna. Entrambi ansimavano, continuando a guardarsi negli occhi. Continua… Bardo del Piacere

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