Quella volta che ho scopato una donna conosciuta in chat

Il cognome sul campanello c'è, la casa è una piccola villetta accanto ad altre tutte uguali, ho fatto quasi cento chilometri accettando il tuo invito, l'invito di una sconosciuta con la quale ho chattato qualche ora nel pomeriggio per la prima volta, mi è già capitato di fare una cosa del genere ed ogni volta mi sono sempre ritrovato davanti al portone di una scuola o nel nulla di una località di campagna ad aspettare una ipotetica donna che non si è mai fatta viva, stavolta sembra che non sia così, indeciso sul suonare o meno il campanello per paura di essere vittima dell'ennesimo scherzo, inspiro profondamente e poggio il polpastrello sul pulsante che emette subito una luce in risposta alla pressione, la serratura emette uno scatto senza che dall'altoparlante una voce si palesi, il cuore sta battendo velocemente ed ho la gola secca, mi chiedo se mi sto andando a ficcare in un guaio mentre salgo i pochi gradini che mi portano alla porta d'ingresso, quando ormai sono vicino alla soglia si apre la porta davanti a me e ci sei tu, esattamente come ti sei descritta, una donna distinta sulla quarantina dalle belle gambe, con la voce incerta mi chiedi se sono Antonio, l'uomo della chat, alla mia risposta affermativa esplode un sorriso sul tuo viso mentre apri completamente la porta per farmi entrare, sono molto nervoso mentre tu con voce molto rilassata mi confessi che non ti aspettavi che fossi veramente venuto da te, mi aiuti a mettere la mia giacca sull'attaccapanni vicino all'ingresso spiegandomi che sono arrivato proprio "al momento giusto", non capisco bene a cosa ti riferisci e cerco una risposta nei tuoi occhi color nocciola e nel tuo sorriso sornione, mi prendi la mano accompagnandomi su per le scale, mentre saliamo al piano superiore sento il rumore inconfondibile dello scroscio dell'acqua di una doccia, ti giri verso di me mettendo un dito davanti alla bocca, facendomi capire di non fare rumore avanziamo verso quella che sembra essere la stanza da bagno dalla quale arriva il suono adesso inconfondibile di qualcuno che fa la doccia, mi fermi e mi fai cenno di dare un occhiata all'interno, la visione è celestiale, mentre il cuore mi sobbalza nel petto vedo attraverso il vetro satinato del box doccia la forme di lei... Chiara, tua figlia! Ignara della mia presenza si sta insaponando il corpo, la sua figura si muove veloce, le sue mani scivolano sul corpo lasciando striature bianche di sapone, sembra aver raccolto i capelli in un toupè lasciando il collo lungo e snello scoperto, in realtà tutta la sua figura attraverso i vetri opachi sembra ricordare un opera di Modigliani, non riesco a distogliere lo sguardo da questa scena, sento il tuo sguardo su di me e so che dovrei dire o fare qualcosa, ma non riesco a distogliere l'attenzione da quel corpo estraneo finchè non sento la tua mano poggiarsi su di me, senza troppi preamboli mi stai accarezzando i pantaloni all'altezza della coscia e nell'esatto momento in cui incrocio di nuovo il tuo sguardo la tua mano è già sopra il gonfiore che si è visibilmente creato appena al di sotto della mia cintura, mi rendo conto che non respiro da diversi secondi ormai e scosso dal tuo tocco mi lascio andare in un lungo sospiro che tradisce un misto di tensione ed eccitazione. - Mamma? Sei tu? La sua voce cristallina riempie le mie orecchie dandomi un ulteriuore sussulto, sento la mia erezione esplodere costretta dal tessuto del mio intimo, la tua mano si muove attorno all'asta del mio pene. - Si Tesoro! Sono io! Volevo dirti che oggi c'è un amico della mamma a cena quindi non mettere il pigiama dopo la doccia, sarebbe scortese... La tua mano durante questo piccolo intervallo ha intrapreso un m,ovimento costante su di me, una sega lenta e inesorabile che mi sta portando velocemente al piacere. -Ok mamma! Vengo giù tra qualche minuto, il tempo di asciugarmi i capelli e prepararmi e sarò da voi! La tua mano non sembra propensa a volersi fermare, mentre continui a masturbarmi da sopra i pantaloni appoggio le spalle al muro del corridoio, ho seriaente il dubbio di non riuscire a restare in piedi nel caso in cui mi portassi all'orgasmo, in risposta a questo mio movimento ti meti di fronte a me dopo avermi leccato le labbra con la punta della lingua ti abbassi mettendoti in ginocchio, il tuo viso è divertito mentre slacci la cintura e tiri fuori il mio sesso, l'espressione è quella di una bimba che scarta un regalo il mattino di Natale, dalla porta del bagno che adesso si trova alla mia destra un fascio di luce illumina la parete del corridoio ormai buio, il mio sguardo torna su di te che mi seghi lentamente senza scappellarmi, immagino ti piaccia questa situazione, l'adrenalina scaturita da quello che sta accadendo, un altro sorriso prima di fiondarti sulla mia cappella, prima un piccolo bacio, dopo una leccatina alla punta e dopo ancora le tue labbra strette scivolano lateralmente lungo tutta la lunghezza della mia asta scappellandomi, risali velocemente quei centimetri con le labbra serrate e spalancando la bocca mi accogli all'interno della tua bocca, mi trattengo dal fare rumore, sento la tua lingua scivolare mentre mi succhi dolcemente, il rumore dell'acqua si interrompe e l'ombra di Chiara compare sulla parete del corridoio, sento il petto scoppiare dalla tensione, è tutto così eccitante, è tutto così pericoloso, ma tu non sembri curartene mentre il tuo movimento resta costante, mentre la tua mano mi afferra i testicoli stringendoli forte e la tua bocca si spinge fino alla base del mio palo, sto trattenendo il respiro da troppo tempo ormai, esplodo in un gemito di piacere incontrollato proprio nell'esatto momento in cui tua figlia accende il phon per i capelli, il tuo pompino si fa sempre più aggressivo, con la mano strizzi il mio scroto e con la testa hi innescato un furioso su e giù che mi sta portando velocemente all'orgasmo, ti afferro per i capelli dietro la nuca e con il bacino assecondo i tuoi movimenti, sto per esplodere, non riesco più a tratenermi e spingendomi dentro di te più che posso mi lascio andare ad un orgasmo prepotente, sento gli schizzi schiantarsi sul tuo palato, tre, quattro volte ti colpisco con dei potenti getti che ti riempiono la bocca fino a farti tossire, ti tengo dai capelli serrata a me ancora per qualche secondo poi il rumore del Phon cessa, libero la presa sulla tua nuca aspettandomi che tu ti allontanassi immediatamente per riprenderti e riassettarti, al contrario succhiando ancora rialzandoti da terra ti stacchi con lentezza da me emettendo un rumoroso schiocco con le labbra, mi afferri la mano e mi porti via velocemnte dietro l'angolo giù per le scale mentre una voce alle nostre spalle... -Mamma?

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